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Il mitico Mark Knopfler, “anima” dei Dire Straits: «Mi piace la Sicilia…»

Di Claudia Fascia |

Il suo stile inconfondibile e i suoi riff funambolici fanno storia da oltre 40 anni. Eppure lui, Mark Knopfler, anima e fondatore dei Dire Straits lasciati per intraprendere la carriera solista a metà degli anni Novanta, con disarmante naturalezza afferma di suonare la chitarra «come un idraulico». «Sono un autodidatta e facevo un po’ di tutto – racconta Knopfler a Cesena, ospite internazionale di Imaginaction, Festival del videoclip, giunto alla seconda edizione -. Ho imparato a muovere le dita sulle corde nei club folk: mi esibivo con la chitarra acustica perché non potevo permettermi un amplificatore per quella elettrica. Se sbaglio, sappiate che non ho mai preso lezioni: anzi, a vedermi un insegnante di chitarra scapperebbe inorridito», racconta tra il serio e il faceto al folto pubblico ipnotizzato dai suoi racconti.

Ma la musica, aggiunge convinto l’artista inglese, «come ogni musicista degno di questo nome sa, è infinita, continua, universale». In un’intervista Sting raccontò che in «Money For Nothing» Knopfler, alla ricerca del suo suono unico e particolare, alzò al massimo gli alti della chitarra e abbassò al minimo i bassi. «Ma no, non è vero. Forse era ubriaco, ma non dite che l’ho detto», ride Mark e rimane il dubbio su chi dei due non sia stato sincero.

Nella sua visione non elitaria, i generi si mischiano, gli strumenti si fondono. «Suono spesso con ragazzi che suonano il violino o il flauto: arrivo io con un bel pezzo di chitarra e la cosa non mi disturba affatto. L’elettronica? Non mi preoccupa il futuro dell’acustico. Vedo ancora molti giovani interessati. E per la chitarra vedo un futuro radioso. Non per me, ma per la chitarra sì».

Il passaggio in Italia di Knopfler (“Oh l’Italia! Io amo l’Italia, amo tutto quello che riguarda l’Italia. Mi piace il Nord, il Sud, il Centro, la Sicilia, il vino, il cibo… e ovviamente mi piacciono le motociclette”) è anche l’occasione per presentare il suo nuovo disco, il nono da solista, “Down the road wherever” (British Grove, distribuzione Universal/Polydor), in uscita il 16 novembre: 14 brani ispirati a temi e momenti diversi, compresi gli inizi a Deptford con i Dire Straits. «Ho scritto davvero troppo, è troppo lungo», si scusa tra i mormorii di disaccordo dei fan in sala.

Il titolo è mutuato da un verso del brano “One song at a time”. «E’ una frase del mio amico Chet Atkins, che mi è sempre rimasta impressa. Diceva che era riuscito a lasciarsi la povertà alle spalle, “una canzone alla volta”». Una sorta di incoraggiamento in un momento storico particolarmente difficile per molti. «Sì, tutte le canzoni rispecchiano questa idea, e in particolare “Good on you son”, che è una celebrazione delle persone che hanno avuto successo nella vita partendo dal nulla, perché bisogna celebrare e non criticare».

In 40 anni di musica, Knopfler ha avuto voglia di spaziare, sperimentare, di dedicarsi anche ad altro (ha prodotto altri artisti, ha scritto colonne sonore, tra cui l’indimenticabile Local Hero) che non fosse la sua carriera solista e prima ancora quella con i Dire Straits. «Ho fatto tantissime cose per avere una vita più interessante. A volte ti trovi incastrato nelle serate, negli spettacoli, mentre io volevo allargare i miei orizzonti. Devo confessare, però, che ho sempre pensato di non riuscire, ho sempre dubbi», e a vedere i successi ottenuti, su questo non è facile dargli credito. La sua “Going Homa”, tratta da “Local Hero”, è stata scelta come inno dal Newcastle FC, la sua squadra del cuore: «E’ un onore vedere a Saint James Park i calciatori che entrano in campo con la mia canzone. Fantastico». E racconta che sempre da “Local Hero” sta per essere realizzato un musical. «E’ stato un modo di lavorare diverso per me, perché devi scrivere le canzoni appositamente per i personaggi. Onestamente non pensavo di essere in grado, eppure l’ho fatto. Debutterà il prossimo anno a Edimburgo, poi lo porteremo in giro. Ma non vi entusiasmate sulla fiducia, non l’avete ancora visto. Speriamo che non sia un disastro completo!».

Compatibilmente con le date del musical, Knopfler anticipa che tornerà a suonare dal vivo in Italia. «Penso in estate». E il boato che arriva dalla sala, gli conferma quanto l’attesa sarà lunga. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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