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La Catania che non va: se questa è una Zona industriale…

Di Maria Elena Quaiotti |

Cento metri di strada del blocco Torrazze allagati: è la fotografia della situazione che da una settimana stanno vivendo imprenditori e centinaia di dipendenti alla zona industriale. I disagi non si contano. L’acqua ha toccato i 50 cm di altezza e da giorni fuoristrada e camioncini sono utilizzati a mo’ di navette per raggiungere le aziende. E chi dovrebbe intervenire? «Non un dito è stato mosso», tuona Alberto Falzone, titolare della Semiteco, una delle aziende “incubate” alla Bic (Business innovation centre). Falzone, come gli altri del resto, si è visto chiudere l’unica via d’accesso alla propria azienda di progettazione e costruzione di attrezzature di altissima tecnologia ricercate sul mercato internazionale. Solo la Dusty si è “salvata” in quanto ha un ulteriore accesso alla strada statale.

È bastata dunque una bomba d’acqua ad allagare la zona. «Complici involontari – spiegano dall’ufficio periferico Irsap di Catania – i lavori di costruzione di grossi stabilimenti nell’area circostante che, di fatto, hanno interrotto il deflusso delle acque piovane dal canale principale. Canale che ora è sbarrato e pertanto fa concentrare l’acqua nel punto più depresso creando, come in questo caso, problemi di viabilità e di accesso ai capannoni. Nella zona, che è competenza Irsap, non sono presenti né infrastrutture né costruzioni su cui Irsap può intervenire». 

Falzone incalza: «La pompa l’abbiamo attivata noi aziende ma non ha una grande potenza. Abbiamo chiamato vigili del fuoco, Protezione civile e vigili urbani. Tutto inutile. Hanno osservato ma non sono intervenuti in quanto la strada è privata. In compenso nessuna traccia né dell’assessore al ramo né dei tecnici comunali né del sindaco Pogliese. Vede le aziende si sono insediate qui perché hanno creduto a un progetto globale di rilancio della zona, ma in realtà le attività industriali sono lasciate alla nostra iniziativa. E mi creda è inconcepibile rischiare di perdere commesse per la pioggia».

«È da circa una settimana che non viene nessuno – incalza Andrea Cadullo, titolare di una trattoria sicula in centro e gestore della nuovissima mensa Industreet 54, dove fino alla settimana scorsa pranzavano centinaia di persone – forse perché i miei clienti possiedono una macchina e non una barchetta. Ci vogliono mesi per farsi un nome e basta un giorno, un solo giorno per perdere tutto. La mia mensa serve l’indotto della zona industriale e qui voglio restare perché ci credo. Ma la gestione lascia molto a desiderare.  Mi dica un po’ lei, se arrivano altre piogge, se ci sarà un’altra ondata di maltempo (com’è prevedibile), chi si occuperà di noi?».

«Abbiamo parlato con l’impresa di costruzioni – interviene Marco Maiorana, presidente Bic Sicilia – e domani verificheranno quote e pendenza per capire come alzare la strada e creare tombini per il deflusso dell’acqua. Se non fosse possibile sarebbe un vero disastro. I lavori vanno fatti con urgenza, i costi li divideremo tra le aziende,  ma intanto bisogna togliere l’acqua. Mi creda è sbagliato dire che in questa terra non c’è lavoro.  Sono le strutture efficienti che difettano. Abbiamo ripreso in mano la Bic che era fallita perché mal gestita dalla Regione, ma continuando  di questo passo rischiamo di chiudere».

Giuseppe Arcidiacono, assessore comunale con delega alla zona industriale, assicura: «Manderemo al più presto i nostri tecnici per effettuare le valutazioni di merito sulle costruzioni. Dobbiamo capire nel dettaglio cosa è successo. Che il problema sia idraulico e geologico lo sappiamo bene, ma non basta. Comunque una buona notizia non guasta: entro un anno avverrà l’adeguamento del canale Buttaceto grazie a 18 milioni di euro già finanziati. Un intervento che di per sé risolverebbe tanti problemi».

«Il 31 ottobre – gli fa eco Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Sicilia – faremo il punto sull’avanzamento lavori in zona industriale rientranti nel Patto per Catania insieme con assessore e imprenditori. Serve una ricognizione dei canali per capire in che stato versano e come effettuare eventuali migliorie. Confindustria sta monitorando le microinterruzioni di energia elettrica che si verificano da questa estate. Bisogna far completare a Terna l’asse Priolo-Paternò e le assicuro che stiamo lavorando per sbloccare le procedure al più presto. Siamo a disposizione di tutti, il Comune sta facendo la sua parte e il risultato finale per le imprese deve essere l’obiettivo primario».

E sul nodo zona industriale dice la sua anche Angelo Mazzeo, dell’Ugl metalmeccanici: «Occorre una postazione avanzata di soccorso che serva i 12mila lavoratori della zona industriale, molti dei quali operano in settori a rischio. Sono anni che la chiediamo  ma i nostri appelli cadono nel vuoto. Confidiamo nell’assessore Razza affinché inserisca la postazione h24 nella nuova riforma del sistema siciliano del 118».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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