Notizie Locali


SEZIONI
°

Cronaca

Caso Diciotti, Salvini “scagionato” se la ride ma ora chiede il “conto” al pm Patronaggio

Di Redazione |

CATANIA – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini già in passato non era stato tanto tenero con il procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio. Ma oggi, quando gli è stata notificata la richiesta di archiviazione firmata dal procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, il vicepremier ha deciso di “lavarsi la bocca” a proposito dell’inchiesta aperte dal magistrato agrigentino.

La vicenda è quella dei 177 migranti della Diciotti che per diversi giorni non furono fatti sbarcare e rimasero sulla nave prima davanti a Lampedusa e poi nel porto di Catania. Ne scaturì un’inchiesta per sequestro di persona della Procura di Agrigento – con gli atti trasmessi al Tribunale dei ministri di Palermo, che ha già archiviato – e un filone che ha riguardato Catania, dove il procuratore Carmelo Zuccaro ha chiesto ora l’archiviazione: il ritardo nello sbarco è «giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale in un caso in cui sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro», è la motivazione. Ora il Tribunale dei ministri di Catania, a cui è stata trasmessa l’istanza, ha 90 giorni per decidere.

Come era stato a settembre per l’avvio delle indagini nei suoi confronti, anche la richiesta di archiviazione per il caso Diciotti arrivata dalla Procura di Catania, Salvini la annuncia in diretta Facebook dal Viminale. «Avete scoperto insieme a me di avere un ministro indagato per sequestro di persona, oggi scopriremo insieme se continuo a essere indagato o è stata archiviata l’inchiesta perché palesemente infondata», attacca seduto alla scrivania, addosso la maglietta del Gis dei carabinieri, personalizzata con la firma “Salvini”. In mano ha la busta gialla: «E’ ancora sigillata», assicura. Prima di aprirla, però, il ministro dell’Interno si prende oltre 20 minuti e parla d’altro.

Parte dall’allerta meteo e ringrazia i vigili del fuoco. Mostra il «dossier Africa» e ribadisce che «dagli 111 mila sbarchi dell’anno scorso siamo scesi a 21 mila». Annuncia il «blitz in Ghana, dove volo lunedì: poi martedì torno indietro perché c’è il decreto sicurezza-immigrazione che, toccando ferro, tra martedì e mercoledì sarà legge». Fa entrare in ufficio il sottosegretario Nicola Molteni, «così apriamo insieme la busta». Butta un occhio alla tv dove intanto canta Bennato e passa al caso Battisti, «il terrorista rosso che in Brasile sta villeggiando, si beve il mojito, fa le interviste e presenta libri». Dà appuntamento a sabato 8 dicembre in piazza del Popolo a Roma «per dire ai signori di Bruxelles “lasciateci lavorare” e mandare un mega-selfie a Juncker». Sfoglia un «librone», «un lavoro elaborato con l’Anac del presidente Cantone», col taglio dei 35 euro al giorno per l’assistenza ai migranti, che scenderanno a cifre tra i 19 e i 26 euro a seconda della grandezza dei centri. Mostra la sua caricatura, la foto di classe di sua figlia, un rosario e alla fine si toglie il tutore che ha al polso destro dopo esserselo rotto, apre la busta e dà lettura: «Ho trasmesso richiesta motivata di archiviazione», firmato Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania che nei mesi scorsi aprì un’inchiesta su alcune Ong che operavano nel Mediterraneo, poi archiviata.

«E’ una buona notizia – commenta Salvini, mentre sottolinea la frase chiave con l’evidenziatore – Ero sicuro di aver difeso l’interesse del paese e di non aver commesso nessun reato».

«Mi auguro che la richiesta sia accolta – dice Salvini – io andrò avanti lo stesso». Ma poi si pone alcune domande che sono anche un attacco al lavoro del procuratore di Agrigento: «Ma chi ha indagato – si chiede Salvini, cosa ha indagato? Lo dico con tutto il rispetto per la separazione delle carriere, senza intromettermi: il procuratore di Agrigento, Patronaggio, perché ha indagato? Quanto è costata quest’inchiesta? Quante persone ha coinvolto? Quanti uomini della giustizia e delle forze dell’ordine sono stati allertati per un reato che non esisteva? C’è da fare una riflessione anche su come funziona la giustizia in Italia».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati