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Le mani dei clan sulle scommesse, il pentito: «Ecco come funzionava il sistema»

Di Redazione |

E’ stato un pentito a svelare agli investigatori come facevano i clan a realizzare ingenti guadagni grazie alle scommesse. A collaborare con i magistrati è stato l’uomo che aveva approntato la piattaforma di scommesse e che ha così svelato tutti i passaggi e a disegnare la piramide composta da 300 titolari di circa 500 centri di trasmissione dati (che operano raccolta di scommesse in contanti per siti web per i quali lo Stato non ha rilasciato concessione), 20 presentatori (quelli he reperiscono i punti gioco), i 7 sub commerciali e 28 commerciali (l’anello di collegamento fra presentatori e vertici), quindi 8 master, ovvero coloro i quali operano la raccolta sia in forma diretta (con proprie agenzie) sia indiretta, riconoscendo in questo caso provvigioni alla figure commerciali.

I clan insomma alimentavano delle reti di scommesse parallele a quelle regolari nel cui giro erano riusciti a entrare addirittura, come nel caso dei Placenti, legati ai Santapaola Ercolano nel ruolo di master. Ad esempio alla rete della “Planetwin365” (oggi estranea ai fatti) ne veniva affiancata una seconda, con siti con estensione “.com”, sconosciuta allo Stato e che raccoglieva scommesse online e da banco su cui non venivano pagate imposte. E questo consentiva di garantite quote più alte.

Per quel che riguarda gli introiti, le Fiamme gialle hanno accertato incassi per i Placenti pari a circa 70 milioni di euro nel periodo coperto dalle indagini e quindi in meno di cinque anni. Il denaro veniva messo al sicuro (a Curacao, in particolare) per poi farlo rientrare in Italia con sistemi ingegnosi. Tra i beni sequestrati c’è una villa sul mare di Augusta non censita al catasto, un lussuoso appartamento di 11 vani a Castelnuovo di Porto a Roma, 5 appartamenti in Austria e pure il Misterbianco Lineri (o Città di Misterbianco, se preferite), che gioca in promozione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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