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Sull’Etna cava abusiva di basalto con mezzi all’opera: sigilli del Noe

Di Redazione |

CATANIA – Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale – Nucleo operativo ecologico di Catania -, nella prosecuzione delle attività di controllo avviate già da tempo nel territorio di alcuni Comuni del Parco dell’Etna, hanno effettuato un nuovo sequestro di un’area – stavolta in località Caselle nel Comune di Milo – dove una motopala gommata ed un camion da cava marca specificamente predisposto al trasporto di rocce da scavo, sono stati sorpresi mentre i rispettivi autisti eseguivano operazioni di estrazione di materiale basaltico lavico e trasporto dello stesso presso un vicino impianto di frantumazione inerti.

«Dopo aver bloccato l’azione dei mezzi – scrivono in una nota gli stessi militari – è stata condotta una prima verifica della documentazione in possesso del titolare dell’azienda, nel corso della quale è emerso che l’area in esame ricade all’interno della cosiddetta Zona “D” del Parco dell’Etna, zona sottoposta a speciale vincolo naturalistico e paesaggistico dove è assolutamente vietato poter condurre alcuna attività che ne possa modificare o alterare l’aspetto, men che meno quella estrattiva.

«Poiché il titolare dell’azienda – aggiungono i carabinieri – non è risultato in possesso di documentazione autorizzatoria valida, i due mezzi in questione, l’area risultata essere stata oggetto di estrazione abusiva ed il materiale basaltico lavico che si trovava sul cassone dell’autocarro sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Il verbale di sequestro operato d’iniziativa e con carattere d’urgenza, è stato trasmesso al magistrato di turno» della Procura di Catania, che ne ha richiesto la convalida al gip, che l’ha concessa.

«Diverse sono, allo stato – spiegano sempre i militari –  le contestazioni mosse al titolare che è stato deferito per aver avviato dei lavori di sbancamento all’interno di un’area posta all’interno del Parco Naturale dell’Etna in assenza della prescritta concessione estrattiva, di competenza del Distretto Minerario, oltre che dell’art. 734 del codice penale per aver causato il deturpamento dei luoghi sottoposti a speciale tutela di tipo paesaggistico»

«Con l’attuale sequestro – concludono i carabinieri – sono ben cinque, nel corso dell’ultimo anno, le aziende poste nel territorio dei Comuni di Mascali e Milo che hanno subito, da parte del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, il sequestro complessivo di sette cave abusive, di impianti di frantumazione trovati privi delle necessarie autorizzazioni, nonché di escavatori, pale meccaniche e camion sorpresi ad operare illecitamente sui luoghi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA