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L’Inps è mamma nell’Isola: assicura un reddito a quasi metà dei siciliani

Di Michele Guccione |

PALERMO – Se non ci fosse l’Inps, la nostra Isola potrebbe chiudere battenti. L’Istituto di previdenza sociale, infatti, assicura tutela e reddito a quasi la metà della popolazione, che versa in gravi difficoltà economiche, sostituendosi di fatto alle politiche sociali che dovrebbero essere garantite dalle istituzioni pubbliche. A rivelarlo è il bilancio sociale dell’Inps per il 2017 presentato a Roma dal presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza, Guglielmo Loy.

I dati parlano da soli. I pensionati sono un milione 122mila 641, pari al 22,3% dell’intera popolazione. A questi si aggiungono 420.621 percettori di invalidità civile e assegni sociali, più altri 401.951 soggetti destinatari di ammortizzatori sociali e carta Sia, più 209mila titolari di carta Rei. In totale sommano a 2 milioni 154mila 219 siciliani che sopravvivono grazie all’Inps. E che, per una ragione o un’altra, si rivolgono ad una struttura amministrativa sempre più carente di personale. Risultavano in servizio alla fine dello scorso anno appena 2.125 dipendenti con un’età media di 54 anni e molti di loro, se dovesse scattare la cosiddetta “quota 100”, potranno andare in pensione senza che vi sia un piano di turn over per la loro sostituzione. Il che provocherà caos agli sportelli e ritardi nella lavorazione delle istanze degli utenti.

Se si guarda alle prestazioni erogate, l’Istituto di previdenza, sempre secondo il bilancio sociale, ha pagato nel 2017 ben 338.373 quattordicesime a pensionati privati e pubblici, per un importo di 158 milioni di euro. Quest’anno la quattordicesima mensilità è stata pagata a 312.127 aventi diritto, con una spesa di 146 milioni.

Le invalidità civili vigenti sono 328.319, cui si sono aggiunte 53.365 indennità liquidate nel 2017, pari all’1,1% della popolazione. Le indennità di accompagnamento liquidate in più lo scorso anno sono state 38.763, pari allo 0,8% dei residenti. I primi segnali di “cedimento” del sistema si avvertono già nei tempi di trattamento delle visite mediche per l’invalidità civile, che erano scesi a 125 giorni medi nel 2015, quando la Regione aveva acconsentito a trasferire all’Inps la competenza togliendola a molte Asp provinciali, ma che ora stenta a proseguire su questa strada riallungando i tempi di attesa per i cittadini. Infatti, sono risaliti a 138 giorni. L’Inps, da parte sua, una volta accolta l’istanza, “soffre” nella liquidazione materiale del dovuto in alcune province dove c’è più arretrato: Caltanissetta 79 giorni, Enna 49 giorni, Messina 131 giorni, Trapani 122 giorni. Nel 2017 la fase concessoria per le prime liquidazioni è durata mediamente 62 giorni per 40.596 istanze.

E ancora, i fruitori di carta Sia che sono stati valutati nel 2017 erano 148.930 per un importo di quasi 74 milioni, quelli della carta Rei 209.006 concentrati in 63.556 famiglie con un costo medio di 326 euro al mese. Non va dimenticato che ci sono poi 197.347 lavoratori dipendenti da aziende private che percepiscono assegni familiari.

Quanto alle altre misure di sostegno al reddito, ci sono i bonus asilo nido, che in Sicilia sono 5.012 su 9mila domande pervenute, cui sono andati un milione e 316mila euro, più 35 supporti a domicilio per 35mila euro. Il bonus bebè è stato riconosciuto a 83.373 famiglie cui sono stati pagati in totale 113,8 milioni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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