Antimafia, procuratrice Santocono: «Boss vantava il figlio per velleità da killer»
Il magistrato, audito dalla Commissione, ha evidenziato il problema dei minori che crescono nelle famiglie mafiose
Tribunale minorenni Catania
«Quando durante delle indagini sento un boss mafioso che durante lo scambio di una partita di cocaina con un altro boss si vanta delle velleità in pectore del proprio figlio dicendo che lui "da grande vuole fare il killer", io voglio intervenire non soltanto giuridicamente per affermare la presenza dello Stato, ma anche per quel bambino che non avrebbe voluto fare il sicario se non fosse continuamente, costantemente e massivamente tempestato da questo tipo di messaggi». Lo ha detto la procuratrice per i minorenni di Catania, Carla Santocono, nell’audizione davanti alla commissione Antimafia con il presidente del Tribunale per i minorenni del capoluogo etneo, Roberto Di Bella.
«A Catania - ha aggiunto - abbiamo bambini in famiglie che vivono nell’assoluta omertà e che usano l’attività criminale come unica fonte di sostegno per generazioni e questo impatta sulla personalità del singolo e della società che poi sono compromesse da altre emergenze sociali. Non solo la dispersione scolastica, ma anche l’uso precoce delle sostanze stupefacenti in minorenni inevitabilmente coinvolti nelle dinamiche familiari».