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Ecosconto sulle vetture, ma nell’Isola “marciano” auto elettriche e colonnine?

Di Redazione |

Ecotassa solo su suv e auto di lusso e un conseguente restringimento della platea dell’ecosconto per le auto a basse emissioni: sembra questo l’orientamento del governo per come è stato annunciato in nottata. Attualmente le due misure, così come approvate alla Camera, si coprono a vicenda, con incassi della tassa stimati in 300 milioni di euro nel 2019 (e di poco superiori negli anni successivi) da destinare agli incentivi per elettriche, ibride o poco inquinanti. Ma se il governo, appunto, dovesse decidere di limitare l’aggravio fiscale solo alle auto di grossa cilindrata, potrebbe essere anche costretto, a quanto si apprende, a comprimere di pari passo la platea di vetture beneficiarie dello sconto.

Secondo l’emendamento approvato a Montecitorio, il bonus è suddiviso in tre fasce: 1.500 euro per le auto che emettono tra 70 e 90 grammi di CO2 al km, 3.000 euro tra 20 e 70 g/km e 6.000 euro tra 0 e 20 g/km. Luigi Di Maio, “padre” della misura, ha garantito che lo sconto di 6.000 euro sarà confermato anche nella versione definitiva.

«Questo ministero punta a fare dell’Italia un Paese all’avanguardia che guardi al suo futuro in verde attraverso incentivi a una mobilità dolce e veramente green», affermò del resto lo scorso 20 agosto il ministro M5S delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli. Ma al momento di mettere nero su bianco, ecco lo stop di Matteo Salvini, «contrario ad ogni ipotesi di nuove tasse sull’auto, pur condividendo il fatto che vada incentivato l’acquisto di auto elettriche».

Certo è che i 5Stelle anche in Sicilia sembrano puntare sulla “rivoluzione” dell’auto elettrica. Lo scorso giugno il deputato regionale Giampiero Trizzino ha presentato un ddl che prevedeva «l’obbligo per tutti i distributori di carburante di dotarsi di almeno 2 colonnine di ricarica per i veicoli elettrici». Nel frattempo era già scesa in campo Enel con un piano per installare colonnine di ricarica. A Catania, grazie a un protocollo sottoscritto da Comune ed Enel X, se ne stanno installando 48 e molte sono già visibili in alcune zone della città. Sul sito di Enel Drive una mappa indica quelle sparse per tutta la Sicilia, una cinquantina già disponibili. Anche Sicily by Car la scorsa primavera ha annunciato un piano per incentivare il noleggio di auto elettriche con la realizzazione di 400 colonnine di ricarica da Palermo a Catania sino alle Eolie.

La strada, è il caso di dire, sembra segnata. Secondo l’Aci tra il 2016 e il 2017 In Sicilia sono quasi raddoppiate le nuove immatricolazioni di autovetture elettriche (+92,31%) e ibride (+103,80%). E complessivamente il parco circolante di auto elettriche in Sicilia è cresciuto del 12,7%, contando 239 veicoli in circolazione. Ancora pochi rispetto ai 7.560 di tutta Italia. Secondo un’elaborazione del Centro Studi Continental sui dati Aci, in Sicilia la provincia in cui ci sono più auto elettriche in circolazione è Palermo (94), seguita da Catania (56), Messina (25), Ragusa (25), Siracusa (18), Trapani (9), Agrigento (6), Caltanissetta (4) ed Enna (2).

L’auto elettrica ci salverà? «Bisognerebbe chiedersi se le colonnine sono alimentate da energie rinnovabili o da fonti tradizionali. E di certo l’auto elettrica non risolverà i problemi di spazio e di traffico». Riflessione di Marco Oddo, segretario del coordinamento regionale della Fiab, Federazione amici della bicicletta. Perché una mobilità “green” non può tralasciare quella ciclistica. «Siamo ancora all’anno zero ma stiamo passando all’anno uno. Sono fiducioso, c’è un movimento proattivo affinché i ciclisti possano muoversi in sicurezza sia in ambito extraurbano sia in ambito urbano. Catania, ad esempio, si è aggiudicata delle somme per la pista ciclabile del Lungomare grazie al bando regionale che metteva a disposizione dei Comuni un milione di euro per interventi di messa in sicurezza. Sul fronte extraurbano – prosegue Oddo – da Messina a Capo Passero è previsto il passaggio di tre ciclovie: la Eurovelo 7, compresa nelle rotte strategiche europee, il circuito Bicitalia Mappa delle ciclovie italiane ideato da Fiab e assunto dal governo coma mappa delle ciclovie nazionali con la legge 2/2018 e, infine, la ciclovia della Magna Grecia nella quale sono coinvolte tre regioni: Calabria, la capofila, Sicilia e Basilicata. Il governo regionale dovrebbe pungolare la Calabria per accelerare». Nel Sud-Est siciliano, poi, ci sarebbe anche Greenet, un piano strategico di mobilità lenta approvato all’unanimità dai 42 comuni che fanno parte del Cunes, il gruppo dei Comuni ricadenti nei siti Unesco in Sicilia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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