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Cronaca

Bufera sulla ministra Grillo: scienziati “schedati” sulla base delle idee politiche

Di Redazione |

Bufera sul ministro della sanità, la catanese Giulia Grillo che, come rivelato stamane da Repubblica, ha “commissionato” una sorta di dossieraggio sugli scienziati del Consiglio superiore della Sanità sulla base dei loro orientamenti politici.

E ci sarebbe proprio questa attività di dossieraggio dietro l’allontanamento dal Consiglio superiore di Sanità, un organismo di primo livello scientifico che annovera scienziati di fama mondiale come il farmacologo Silvio Garattini. L’inchiesta – secondo quanto riporta Repubbica – sarebbe proprio stata ordinata dalla ministra Giulia Grillo. Una attività di dossieraggio non legata sulle competenze scientifiche ma esclusivamente sull’orientamento politico degli scienziati e persino dei loro parenti. Un dossier richiesto – come hanno spiegato allo stesso quotidiano romano alcuni esponenti M5S – dalla ministra alla capogruppo della commissione Sanità alla Camera, Celeste D’Arrando, che, come riposta Repubblica, ha un diploma di tecnico di laboratorio, tre anni da badante e poi formatrice di venditori di assicurazioni ai call center. Il primo bersaglio è stato siciliano: il vicepresidente del Consiglio superiore, Adelfio Elio Cardinale, professore di Radiologia all’Università di Palermo che ha avuto la colpa di essere sposato con il magistrato Anna Maria Palma, ex procuratore a Palermo e Caltanissetta, e «precedentemente direttrice dell’Ufficio di gabinetto dell’ex ministro Schifani».

Ma c’è anche il professor Francesco Bove, docente di Anatomia Umana alla Sapienza di Roma la cui colpa sarebbe quella di essere iscritto all’Ordine dei giornalisti e che scrive per Repubblica, il professor Placido Bramanti, ordinario di Scienze mediche applicate all’Università di Messina, «è stato candidato alle amministrative in Sicilia» dando poi «appoggio pieno del centrodestra». E si parla anche del professor Antonio Colombo, luminare della Cardiologia che ha lavorato negli ospedali di Stamford e della Columbia University che ha il torto «di essere uno dei medici che ha operato Berlusconi». C’è anche un altro siciliano: Giuseppe Segreto, Medicina generale, addirittura deputato regionale del Psi dal 2001 al 2006. Secondo Repubblica il ministro Grillo avrebbe preferito allontanare solo i sei membri politicamente non gradito ma ha dovuto rimuovere tutti. La ministra Grillo non ha negato ma anzi: «Ho solo chiesto una verifica sulle precedenti nomine, mi sembra giusto. D’altronde ho azzerato tutti gli enti in cui è previsto lo spoil system. Serve nuova linfa, coinvolgere personalità rimaste ai margini. O emigrate per frustrazione, come l’attuale direttore generale dell’Agenzia del farmaco. Il passato politico personale dovrebbe entrare per legge nei curriculum vitae».

«E’ inquietante che una ministra della Repubblica compia scelte per il Paese, per le persone, per la sanità pubblica, sulla base di supposti orientamenti politici e non di qualità professionali. Così tradisce la Costituzione su cui ha giurato» ha detto Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, prima firmataria di una interrogazione alla ministra Grillo, sottoscritta da anche da Maurizio Martina e dai deputati dem.

«Da cittadina italiana dico che quello che è successo è scandaloso e da scienziata è ancora peggio» ha detto Roberta Siliquini, ex presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), commenta un articolo secondo cui il ministro della Salute Giulia Grillo ha richiesto informazioni sull’orientamento politico dei membri del Css.

«Non si è mai visto in un Paese civile – sottolinea Siliquini all’ANSA – che degli scienziati vengano scelti per i loro compiti sulla base dei loro orientamenti politici e di parentele. Il fatto di fare o di aver fatto parte della vita politica del proprio Paese può essere solo una nota di merito che attiene alla responsabilità civile. Per questo dico che tutto ciò è scandaloso». Questo governo, afferma Siliquini, «sta prendendo decisioni relative agli scienziati non nel rispetto e sulla base delle loro competenze, bensì sulla base dell’orientamento politico, mettendo così a rischio l’indipendenza della scienza».

E’ necessario, rileva l’ex presidente del Css, che «il mondo della scienza si unisca per fare capire quali sono le ragioni della scienza, ragioni che sono totalmente differenti dalle ragioni della politica. Questo è un dovere nei confronti dei cittadini perchè oggi il rapporto tra scienza politica – conclude Siliquini – rischia di diventare un problema serio per il nostro Paese».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA