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I terroni e il titolone di “Libero”, è Salvini a essere settentrionale

Di Giuseppe Farkas |

Che poi, a volerla dirla tutta, l’origine di questo benedetto terrone (affettuosamente terùn) non dovrebbe essere altro che il frutto di un incrocio etimologico tra terre (moto) e (meridi) one, ovvero soggetto originario di terre matte e ballerine. E le scosse sismiche di questi giorni non fanno che riportarci simpaticamente alla mente da dove veniamo e dove vorremmo saldamente e serenamente restare. Scala Richter permettendo. E, comunque, siccome siamo persone intelligenti e di buon senso, non possiamo non tacere la deriva spregiativa che si perde ormai lontana nei secoli, addirittura in una lettera datata 1693 che Gilles De Gastines (non so chi era) scrisse all’illustrissimo Signore e Padrone colendissimo Antonio Magliabechi (e nemmeno lui so chi era) per dolersi e informarlo del brutto tiro che volevano fargli certi “signori teroni” napoletani.

E continuerei così, scherzando e cazzeggiando perché, diciamocelo con tutta sincerità, c’è soltanto uno tra noi terroni, anche se inteso come rozzi e cafoni, che si è sentito realmente offeso da quel titolo di giornale? C’è soltanto uno che vorrebbe affrontare seriamente la questione?

Non sono Conte e Di Maio a essere terroni, è Salvini a essere settentrionale. E non è l’occupazione di posizioni di comando a fare un terrone ma, per esempio, una madre che non si fa mai i cazzi suoi o un pranzo di matrimonio lungo sei ore. Il titolo di Feltri comunque crea qualche imbarazzo. Anche a molti di noi meridionali non piacciono né Conte né Di Maio ma come facciamo a spiegare adesso che non è per i natali in torride terre del Sud ma perché, dopo averli visti al lavoro (anche ai terroni qualche volta capita di lavorare, purché non diventi un’abitudine) non li riteniamo all’altezza?

E invece no, il perfido Nord rischia di imporci una scelta di campo geografica e territoriale, così, giusto per orgoglio. E comunque, direttore Feltri, si tranquillizzi. Noi terroni non comandiamo proprio per niente. Quelle che comandano sono le nostre mogli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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