Amministrative, 45 "impresentabili" in tutta Italia: chi sono i tre siciliani
I "controlli" della commissione nazionale antimafia
Dei 45 candidati alle amministrative, finiti nel mirino dei tradizionali controlli svolti dalla Commissione parlamentare Antimafia perché ritenuti dall’organismo parlamentare "in violazione del codice di autoregolamentazione", 32 sono candidati in comuni capoluogo di provincia o in comuni non capoluogo ma con popolazione superiore ai 50mila abitanti mentre 13 candidature sono relative, aveva spiegato oggi la presidente della Commissione Chiara Colosimo, ai 7 comuni sciolti per mafia.
Su questi sette enti è stata infatti effettuata una verifica" sulla base del codice di autoregolamentazione che "prevede che siano in violazione del codice medesimo le candidature di coloro che abbiano ricoperto la carica di sindaco e di componente di giunte in comuni sciolti". Nel documento di seduta della Commissione parlamentare Antimafia, pubblicati sul sito web della Camera dei deputati come anticipato durante la riunione di stamattina, risulta il dettaglio delle candidature ritenute "in violazione del codice di autoregolamentazione".
Il candidato nisseno
Tra le candidature ritenute in violazione del codice di autoregolamentazione ci sono anche quelle di Giuseppe Cannavò, candidato al comune di Caltanissetta per la lista 'Azzurri per Caltanissetta - Tesauro sindacò. Nei suoi confronti "risulta emesso - si legge nel documento della Commissione Antimafia - il decreto che dispone il giudizio dal gup presso il Tribunale di Caltanissetta il 28 aprile 2023 per il reato di cui agli articoli 318, 321 del codice penale (corruzione per l’esercizio della funzione), con prossima udienza fissata il 18 giugno 2024".
Il candidato di Bagheria
C'è poi, si legge nel documento pubblicato dalla Commissione Antimafia, "la candidatura di Michele Lombardo, candidato al comune di Bagheria, per la lista “Libertà, cambio rotta De Luca sindaco di Sicilia”. Nei confronti del predetto candidato, in data 7 maggio 2019, è stato disposto dal gip di Termini Imerese il rinvio a giudizio per il reato di cui agli articoli 319, 320 e 321 del codice penale (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), davanti al Tribunale di Termini Imerese".
Il candidato di Mazara del Vallo
Nei controlli della Commissione è finita poi la "candidatura di Marco Domina, candidato al comune di Mazara del Vallo per la lista Partecipazione politica". Nei suoi confronti "dal certificato del casellario giudiziale risulta emessa dal Tribunale di Palermo la sentenza di condanna alla pena di 2 anni di reclusione per il reato di cui all’articolo 216 n. 2 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (bancarotta fraudolenta) - si osserva - La sentenza è divenuta irrevocabile il 28 dicembre 2022. Per il predetto candidato risulta inoltre emesso, in data 23 marzo 2023, il decreto che dispone il giudizio dal gup del Tribunale di Marsala, con prossima udienza fissata il 5 luglio 2024, per il reato di cui agli articoli 110, 353, comma 1, del codice penale (turbata libertà degli incanti)”.