"Giano bifronte", chiesti 70 anni di carcere per 9 imputati
Il processo riguarda la corruzione nell’assessorato all’Edilizia privata del Comune di Palermo, negli anni dell’amministrazione guidata da Leoluca Orlando
Corruzione, generico
La procura di Palermo ha chiesto condanne nel processo denominato '"Giano bifronte", sulla corruzione nell’assessorato all’Edilizia privata del Comune, negli anni dell’amministrazione guidata da Leoluca Orlando. Sotto processo ci sono politici e dirigenti dell’assessorato comunale all’edilizia.
Per i nove imputati i pm di Palermo Andrea Fusco e Giovanni Antoci, hanno chiesto complessivamente sessant'anni di carcere. La pena più alta, 8 anni, è stata chiesta per l’imprenditore Giovanni Lupo, socio occulto e titolare di fatto della Biocasa. Sette anni per l’altro costruttore Francesco La Corte, l’ex dirigente dell’area tecnica del Comune Mario Li Castri, l'architetto libero professionista Fabio Seminerio, l’ex dirigente del Suap (sportello attività produttive) Giuseppe Monteleone e gli ex consiglieri comunali Giovanni Lo Cascio, all’epoca capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica, e Sandro Terrani, capogruppo di Italia Viva e componente della commissione Bilancio. Sei anni, infine, la richiesta per gli architetti Agostino Minnuto, direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa, e per Giovanna D’Attardi, ai tempi compagna di Monteleone, che dalla stessa impresa avrebbe ottenuto diversi incarichi.
Il processo si tiene davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. La parola passa ora agli avvocati Giuseppe Gerbino, Giovanni Di Benedetto, Renato Canonico, Carmelo Nocera, Massimo Motisi, Rosanna Mangiapane, Marcello Montalbano, Giovanni Immordino, Enrico Sorgi, Antonino e Marco Zanghì, Sabina Lo Verso, Corrado Sinatra, Mario Potenzano, Cetty Di Lorenzo. Poi la sentenza.