Tra Schifani e Musumeci lite pure sulla nave cisterna: «Costa troppo», «No, prezzo nella norma»
Una nota della Protezione civile regionale ha imposto lo stop alla Ticino: «L'acqua costa 43 euro al metro cubo». Ma da Roma: «Tariffe previste dalle norme»
Prima sui mancati interventi nel corso degli anni su invasi e infrastrutture idriche, poi la fiction sulla Protezione civile e le discussioni legate all’incendio che ha devastato Stromboli. Ora tra il presidente della Regione Renato Schifani e il ministro della Protezione civile, nonché ex presidente, c’è un altro fronte di polemica: quello sul costo dell’acqua fornito dalla nave militare Ticino, che nei giorni scorsi è approdata a Licata con un carico di 1200 metri cubi.
Nel primo pomeriggio, il capo della Protezione civile siciliana e coordinatore della cabina di regia per l’emergenza idrica, Salvo Cocina, aveva detto stop alla nave: «Il rifornimento di acqua a Licata con la nave cisterna della Marina militare è risultato caro rispetto al quantitativo fornito e pertanto abbiamo chiesto una doverosa verifica dei costi ed eventuali soluzioni alternative, in quanto la nave è comunque utile per affrontare l’attuale fase di emergenza. Pertanto, in attesa dei chiarimenti richiesti, il servizio è sospeso per qualche giorno». Cocina ha inviato una nota al dipartimento nazionale della Protezione civile e al Comando operativo di vertice interforze: «È stato possibile calcolare i costi - prosegue il dirigente - solo dopo aver effettuato il primo trasporto. In base al tempo impiegato per le operazioni di carico e di scarico e per il tragitto di andata e ritorno, ogni viaggio costa circa 50 mila euro, per una spesa pari a 43 euro a metro cubo. Ringraziamo il dipartimento nazionale della Protezione civile, il Covi e la Marina militare per la disponibilità offerta e chiediamo di verificare i conteggi e valutare eventuali soluzioni diverse a un costo inferiore. Nel contempo, vogliamo rassicurare la comunità dell’Agrigentino che la Regione si è già adoperata per individuare fonti di approvvigionamento, di capacità anche superiore».
Solo che il richiamo del direttore della protezione Civile della Regione Siciliana non è piaciuto al Dipartimento della Protezione civile, che dipende dal ministro Musumeci: «Non condividiamo la natura e la forma del contenuto (si riferisce alla nota di Cocina, ndr). Nel ringraziare la Marina Militare che come sempre si è resa immediatamente disponibile, all’interno del Servizio nazionale di Protezione civile, a mettere a disposizione le sue qualificate capacità di personale e mezzi per far fronte all’emergenza, si evidenzia che, nonostante gli eccezionali tempi di attivazione legati allo stato d’emergenza nella regione siciliana, la forza armata ha semplicemente applicato le tabelle di onerosità previste dalla norma».