Gli "strozzini" dell'acqua nella Piana di Catania: il prezzo di un'autobotte è triplicato
Prima 10 mila litri per irrigare costavano 60 euro, ora ne servono almeno 180. Attivato il secondo impianto di sollevamento al Biviere di Lentini: prelievi di acqua per mille litri al secondo
Per gli agricoltori della Sicilia orientale, anche se non per tutti, un piccolo sospiro di sollievo. La prima pompa entrata in funzione al biviere di Lentini (SR), l'unica riserva idrica presente per la parte orientale dell'isola, in questa rovente estate siciliana, riesce a garantire quell'acqua necessaria, si parla di 80 milioni di metri cubi, per assicurare almeno il salvataggio delle piante in campagna.
Attiva da circa 10 giorni, riesce a fornire circa 400 litri di acqua al secondo, per un'area complessiva di circa 800 ettari. Oggi, con i lavori seguiti dal Consorzio di Bonifica della piana di Catania e finanziati dalla Regione Siciliana, è atteso l'avvio anche della seconda pompa, per raddoppiare la fornitura. In quest'ultimo caso, quella di oggi sarà una sorta di prova generale. Si proverà a mettere in funzione la pompa sperando che la pressione regga e che questo non determini rotture nella condotta. Se i risultati saranno positivi, le due pompe resteranno entrambe attive, in caso contrario, si potrebbe anche decidere di non attivare la seconda e di lasciarne in funzione soltanto una.
La situazione, al lago di Lentini, si è sbloccata nei giorni scorsi, dopo l’incontro a Siracusa, tra il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ed i rappresentanti delle organizzazioni di categoria e della Regione.
Come detto si tratta solo di un piccolo sospiro di sollievo per quegli agricoltori fortunati, i cui fondi agricoli sono sotto quota del biviere.
Per tutti gli altri? Nulla. Non c'è acqua.
In questo contesto proliferano i casi di illegalità, gli abusi, con agricoltori e allevatori che hanno dato fondo a tutti i loro risparmi per riuscire ad ottenere l'acqua necessaria per non far morire i fondi agricoli e gli animali. Molti di loro, nelle scorse settimane, a denti stretti, anche per paura, hanno raccontato a La Sicilia che l'acqua, l'hanno dovuta comprare in nero. Non chiaro se dietro ci sia la mano della malavita organizzata. Dalla nostra denuncia sono partiti i controlli del corpo della Forestale e del Consorzio di bonifica, soprattutto nell'area di Ponte Barca, a Paternò (CT), a quota 56.
A questo si aggiunge ora anche il rincaro, immotivato, dell'acqua in autobotte. Se fino a qualche settimana fa, un'autobotte di 10mila litri di acqua per uso irriguo, aveva un costo di 60 euro, la stessa oggi costa il triplo, 180 euro.
Non chiaro da dove arrivi quest'acqua che viaggia, giorno e notte in autobotte. Probabilmente è prelevata da laghetti e vasche artificiali, per essere rivenduta a costi esorbitanti agli agricoltori che ne hanno bisogno. Ed anche in questo contesto, non tutti gli agricoltori e gli allevatori riescono ad avere l'acqua. Le richieste sono talmente tante che non tutte si riescono a soddisfare. Per chi ha bisogno un incubo senza fine.
In questo caso ci sarebbe il modo per aggirare la truffa che gli “strozzini” dell'acqua stanno mettendo in atto contro la necessità primaria di agricoltori e allevatori. Il Consorzio di bonifica della piana di Catania potrebbe mettere in atto quanto sta già facendo il Consorzio di bonifica di Agrigento, che sta fornendo l'acqua in autobotte per quanti ne fanno richiesta.
«La situazione resta drammatica – evidenzia l'allevatore Nino Russo, tra i partecipanti al presidio, a Palermo, organizzato da Coldiretti -. Attendiamo l'invio dei voucher fieno che, intoppi permettendo, dovrebbero arrivare la prossima settimana. Purtroppo, però, non tutti gli allevatori sono riusciti a fare domanda. Ogni giorno affrontiamo difficoltà enormi e siamo stanchi.»