Il naufragio del Bayesian: sabato le prime autopsie (dall'esito piuttosto scontato), rilevante sarà l'esame del relitto
Le indagini sulla catena di errori proseguono. E, intanto, l'equipaggio lascia l'Italia
Gli indagati - almeno i primi tre finora - hanno ricevuto gli avvisi di garanzia e le prime due autopsie sono state disposte. Tra problemi di traduzione e la scelta di chi iscrivere nel registro delle notizie di reato gli accertamenti medico-legali sono slittati. E solo sabato, a 12 giorni dal naufragio i medici del Policlinico potranno ufficializzare le cause della morte di sei passeggeri e di un membro dell'equipaggio del Bayesian, il veliero colato a picco il 19 agosto nel mare di Porticello, nel Palermitano. L'esito degli esami autoptici sembra piuttosto scontato - le vittime sono annegate, intrappolate da un muro d'acqua nella barca che è affondata in pochi minuti, ma conoscere i tempi e i modi della tragica fine dei sette potrebbe poi servire durante l'impegnativa partita dei risarcimenti. Alle autopsie parteciperanno, oltre ai consulenti nominati dalla Procura di Termini Imerese che indaga sull'incidente, anche gli indagati, attraverso propri esperti.
Gli indagati
Sotto accusa, per il naufragio del Bayesian e l'omicidio colposo del magnate inglese Mike Lynch, della figlia 18enne Hannah, dell'avvocato Chris Morvillo e della moglie Nada, del banchiere Jonathan Bloomer e della moglie Judith e del cuoco di bordo Recaldo Thomas, unico deceduto dell'equipaggio, sono finiti il comandante del veliero James Cutfield, volato a Maiorca dopo aver recuperato copia del passaporto, l'ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, che ha lasciato il Paese su un volo privato insieme allo skipper e Matthew Griffiths, il marinaio che la notte della bufera era di guardia in plancia e che, ieri, ha raggiunto Nizza. Anche il resto dell'equipaggio, alla spicciolata, se ne è andato, chi a Istanbul, chi a Dubai, dopo essere stato sentito dai pm. Eventuali nuovi interrogatori, dunque, dovranno svolgersi all'estero.
L'esame del relitto
Decisamente più rilevanti per comprendere come un veliero dotato di quella tecnologia possa essere affondato in pochi minuti sarà l'esame del relitto che dovrebbe essere recuperato dalla società armatrice del Bayesian, sotto la sorveglianza della Guardia Costiera che è anche custode giudiziario della nave posta sotto sequestro. Lo stato dell'imbarcazione potrebbe dare qualche risposta ai pm che ormai puntano sull'errore umano e tentano di capire se e come, a quanto al momento sembra, un comandante esperto e un equipaggio altrettanto preparato abbiano potuto commettere tante leggerezze. Dalla ignoranza o dalla sottovalutazione, nonostante la strumentazione a disposizione dello yacht, della tempesta in arrivo, che aveva invece, indotto i pescatori di Porticello a non prendere il mare, alla mancata allerta dei passeggeri che non sarebbero stati invitati a lasciare le cabine. E ancora tutta da capire è la posizione del veliero rispetto alla costa, con l'ancora costretta dal fondale sabbioso ad arare sbilanciando la barca. Al centro dell'inchiesta è anche lo stato del portellone di poppa e di alcune paratie che, viene ipotizzato, non sarebbero state chiuse. Circostanza che, se fosse verificata, avrebbe determinato l'allagamento dello yacht (improbabile dicono gli esperti che tanta acqua sia potuta entrare dalle bocche di areazione) e poi l'affondamento.
Gli interrogativi
E ancora, si chiedono gli inquirenti, perchè Cutfield e i suoi non hanno acceso i motori e diretto la prua verso il mare come la barca olandese poco distante che ha resistito alla tempesta? Infine perchè l'allarme, lanciato dalla zattera di salvataggio con un razzo, è stato dato dopo che il Bayesian s'era inabissato? Troppi errori per gente esperta su cui la Procura vuole andare a fondo.