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Lorenzo, Enrico, Margherita e l’onda assassina che li ha portati via per sempre

Di Redazione |

ACIREALE – Lorenzo D’Agata, 27 anni. Enrico Cordella, 22 anni. Margherita Quattrocchi, 21 anni. Tre giovani vite inghiottite dal mare in tempesta in una fredda domenica d’inverno. Tre ragazzi di Acireale morti senza un perché. Una vera e propria tragedia per una città nel pieno dei festeggiamenti del “più bel Carnevale di Sicilia”.

Ma cosa ci facevano Lorenzo, Enrico e la fidanzata Margherita ieri sera sul molo del porticciolo di Santa Maria la Scala? Secondo alcuni testimoni i ragazzi erano stati visti nel pomeriggio aggirarsi nella frazione marinara di Acireale, e pare si fossero fermati prima in un bar della zona per prendere un gelato per poi avviarsi con l’auto nella parte del molo più vicina al mare, per fumare una sigaretta insieme e per ammirare più da vicino il mare in burrasca, spettacolo suggestivo visto da luoghi come Santa Maria La Scala, ma anche tanto pericoloso, specie se non si tiene conto del divieto della Capitaneria di porto posto all’ingresso del molo che dovrebbe impedire l’accesso con le auto.

Ma loro erano della zona, conoscevano bene Santa Maria la Scala, ci avevano già passato tante giornate, d’estate a fare il bagno e d’inverno a guardare il mare, quel mare che ieri li ha portati via per sempre ma che loro amavano e di cui non avvano paura. «Non doveva finire così», scrive un’amica di Lorenzo sul suo profilo Facebook. Ma perché è finita così? Probabilmente non c’è una riposta a questa tragica domanda. Probabilmente Lorenzo, Enrico e Margherita hanno solo sottovalutato il pericolo. Hanno forse pensato che il maltempo stava passando, che quelle onde che si infrangevano sul braccio del porto mai avrebbero potuto trascinare via la loro auto, che dentro quella Panda erano al sicuro. E invece quella Panda è stata ripescata nei fondali all’imboccatura del porticciolo. 

Dai profili Facebook di Lorenzo, Enrico e Margherita si evince la vita normale di questi tre ragazzi. Viaggi nelle principali capitali europee, Londra, Parigi, Amsterdam, feste sfrenate, ma anche serate tranquille in compagnia degli amici, post da ridere e tanti, tantissimi selfie. Sempre il sorriso sulle labbra. È così che affrontavano la vita: con il sorriso. Erano spensierati, certamente come tutti avevano problemi, quelli comuni ai giovani di oggi, ma erano felici. Perché così volevano vivere. Lorenzo era forse il più solitario dei tre, ma aveva anche lui tanti amici, era una persona serena e solare. Amava postare sul suo profilo tante massime in inglese ma anche in siciliano. E dalle foto pubblicate si capisce che amava la sua terra. Tra queste ce n’è una con una veduta di Santa Maria la Scala e la scritta: «Il mio cuore è qui».

Sul molo da ieri ci sono i genitori dei ragazzi e i loro amici, in lacrime e preoccupati per la sorte dei tre giovani, mentre una folla di gente comune ha pregato per la sorte del tre. Il papà e la mamma di Enrico Cordella, da quando sono stati avvertiti sono rimasti sul molo, guardando i soccorsi andare avanti e indietro senza dire una parola. Poi la mamma di Enrico ha raccontato scoppiando in lacrime: «Enrico dormiva ieri pomeriggio, quando è venuto a svegliarlo un suo amico. Mi ha detto prima di uscire che se non lo avesse svegliato l’amico avrebbe dormito fino a oggi. Mi ha detto che stava uscendo ma che sarebbe tornato dopo dieci minuti. E invece ora sono qui a guardare il mare che lo ha portato via». E quando scriviamo, il mare non ha ancora restituito il corpo di Enrico, mentre sono stati recuperati dai sommozzatori del vigili del fuoco quelli di Lorenzo e di Margherita.

Anche il sindaco di Acireale, Stefano Alì, insieme all’assessore alle politiche sociali Palmina Fraschilla, appena sono stati avvertiti si sono recati immediatamente a Santa Maria la Scala. «È una tragedia – ha commentato il sindaco Alì – per me che sono padre e comprendo il tormento dei genitori, ed è una tragedia per la nostra città,  dichiarerò il lutto cittadino». Il sindaco e l’assessore hanno seguito le operazioni di recupero. L’assessore Palmina Fraschilla visibilmente sconvolta – ha commentato: «I giovani nell’incoscienza si spingono sempre troppo oltre senza riconoscere il pericolo».

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