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Agrigento, rifiuti abbandonati e incendiati: 20 denunciati

Di Redazione |

AGRIGENTO – Venti persone sono state denunciate e multate per abbandono incontrollato di rifiuti e una vasta area demaniale marittima, di circa 16 mila metri quadrati, è stata sequestrata poiché trasformata in una discarica a cielo aperto. I militari della Capitaneria di porto di Porto Empedocle (Ag), assieme alla Guardia costiera – sezione di polizia giudiziaria della Procura di Agrigento, hanno scoperto che i gestori di alcune attività commerciali per abbattere drasticamente e in modo del tutto illegale i costi di gestione e smaltimento dei rifiuti – che avrebbero dovuto essere conferiti presso apposite discariche mediante ditte specializzate autorizzate – non soltanto abbandonavano i rifiuti ma appiccavano dei roghi tossici.

L’operazione denominata «Kaos Calmo», dal nome – Kaos – della contrada di Porto Empedocle (Ag) sulla quale l’attenzione è stata focalizzata è l’esito di una attività investigativa, coordinata dal Pm Paola Vetro, iniziata nel settembre del 2018. Grazie all’installazione di 8 videocamere di sorveglianza sono stati identificati e denunciate sei persone responsabili dello smaltimento illecito continuativo di rifiuti che venivano dati alle fiamme. Le altre 14 persone identificate sono accusate di deposito illecito di rifiuti solidi urbani.

 «Siamo molto oltre il lanciatore occasionale di rifiuti, è evidente che siamo in presenza di qualcosa di organizzato e preordinato» ha detto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’operazione «Kaos calmo».

Durante la conferenza stampa, alla quale hanno preso parte anche il pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Paola Vetro, e il comandante della Guardia costiera di Porto Empedocle, Gennaro Fusco, è stato proiettato un video impietoso. I furgoni arrivano nei pressi del piazzale, di proprietà del demanio marittimo, e i conducenti scaricavano pesce, ortaggi, mobili e altro materiale in molti casi dato alle fiamme.

«Le ditte – ha aggiunto il procuratore Patronaggio – anziché pagare i costi per la discarica si sono organizzate fra loro, raccoglievano i rifiuti da andare a buttare nel piazzale». Il procuratore ipotizza, in maniera neppure troppo velata che dietro «la sequenza organizzata di abbandono di rifiuti» vi sia un collegamento con le problematiche legate al servizio di nettezza urbana di Porto Empedocle: «Su questa vicenda – spiega – ci sono indagini in corso e stiamo seguendo una pista precisa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA