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L’assessore Cordaro indagato per voto di scambio: «Ma Procura indica mio omonimo»

Di Redazione |

«Ho scoperto solo per caso che la Procura di Termini Imerese mi ha scambiato per un pregiudicato con una condanna passata in giudicato per lesioni e omicidio colposo. Ma il Cordaro indicato nell’avviso di conclusioni indagini che mi è arrivato non sono io. E’ un mio omonimo pregiudicato, il mio casellario giudiziale è pulito. Ho scoperto tutto solo per caso…».

A parlare, visibilmente amareggiato, è l’assessore regionale all’Ambiente della Sicilia Salvatore Cordaro, detto Totò. Il politico, coinvolto nella maxi inchiesta di Termini Imerese che vede indagate 96 persone, tra politici e imprenditori per un’inchiesta su voto di scambio, dopo avere ricevuto l’avviso di conclusione indagini, ha scoperto che il Cordaro indicato nel provvedimento è stato indicato come pregiudicato «con recidiva generica».

«E’ una storia brutta…», continua a ripetere ai giornalisti che ha convocato all’improvviso di sabato pomeriggio nel suo studio legale. «Faccio l’avvocato da 25 anni ma non mi era mai successa una cosa simile – dice Cordaro -. Mi contestano una recidiva generica, ma la recidiva riguarda soltanto i pregiudicati. E io non lo sono».

Cordaro, che ha appreso della “recidiva” da un articolo di giornale, dopo aver fatto un accesso agli atti, ha scoperto che la recidiva segnalata dalla Procura di Termini, guidata da Ambrogio Cartosio, riguarda un suo omonimo, nato il 18 agosto 1971, «mentre io sono nato il 18 agosto 1967», dice sconsolato. «Una tale superficialità desta in me una grandissima preoccupazione», dice ancora Cordaro. «Sono qui per rassegnare il mio stupore per l’indagine in corso che riguarda anche me. L’ho appresa da una telefonata ricevuta da un cronista che venti giorni fa mi chiedeva se avessi notizie di indagini a mio carico. Mi ha detto che era una notizia non ancora definita. Poi leggendo, all’indomani, il giornale ho visto. Non entro nel merito della vicenda. Consapevole della mia qualità di uomo pubblico non appena sarò in possesso delle carte vi farò sapere. Ma non ho difficoltà a dire che sono del tutto estraneo alla vicenda che mi viene attribuita».

«Leggo che sarei stato mediatore o tramite circa un ipotetico accordo di scambio elettorale tra tale Rio e il candidato sindaco Francesco Giunta – spiega ancora Cordaro – A un certo punto un mio collaboratore scopre che sono “recidivo” da un articolo di giornale. Lo stupore si accresce e mi vado a rileggere l’avviso della conclusione delle indagini e scopro: con la recidiva generica di Cordaro. Non sono mai stato processato né condannato. Devo la verità ai siciliani. Così vado in tribunale e tiro fuori casellario giudiziale e carico pendenti. Che è pulito. Mentre non lo è quello del mio omonimo con il quale sono stato scambiato». 

«Ho accertato che effettivamente all’assessore regionale Salvatore Cordaro è stata contestata la recidiva nell’avviso conclusione indagini. Sembrerebbe, perché la cosa è ancora da accertare, che sia stato erroneamente inserito nel fascicolo un certificato penale relativo a un omonimo di Salvatore Cordaro. Questo lo accerterò lunedì. Se questo è avvenuto per dolo o superficialità di qualcuno, chi è responsabile di questo errore ne risponderà nelle sedi competenti». Lo ha detto all’Adnkronos il Procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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