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Camere di Commercio in Sicilia: record di dirigenti e personale a tempo determinato

Di Redazione |

PALERMO – Il numero più alto di dirigenti in rapporto al totale dei dipendenti e un mini-esercito di personale a tempo determinato che non ha eguali in nessun altro sistema camerale del Paese: sono le due «anomalie» che contraddistinguono le Camere di commercio in Sicilia rispetto agli enti delle altre regioni. A fotografare il sistema è l’Istat in un report appena pubblicato.

In Sicilia nelle Camere di commercio, in base ai dati elaborati dall’Istituto di statistica aggiornati al 2017, lavorano 391 persone: i dirigenti sono 14, pari al 3,6% della forza lavoro; una percentuale che supera la media nazionale, che si attesta al 2,2%. La percentuale dei dirigenti, in rapporto al personale in organico, è ben inferiore nei sistemi camerali che pure hanno numeri maggiori: in Lombardia sono 19 a fronte di un organico pari a 999 unità, in Emilia Romagna sono 11 rispetto ai 668 dipendenti, in Piemonte sono 7 (618), in Veneto 15 (599), in Toscana 11 (583) e nel Lazio 8 (560 dipendenti). L’altro dato «anomalo», che caratterizza il sistema nell’isola, è quello del personale a tempo determinato: ben 77 unità. Anche in questo caso le camere di commercio siciliane non hanno uguali, considerando che il numero totale dei dipendenti a tempo determinato nel sistema Italia sono 131. 

«Bisogna leggere i dati, il problema non è il numero dei dirigenti ma la carenza di personale: la Camera di commercio di Palermo-Enna ha un terzo dei dipendenti di Reggio Emilia a fronte di una sostanziale parità di imprese e standard di servizi come si può evincere dal registro». Così il presidente della Camera di commercio Palermo-Enna, Alessandro Albanese commentando il report dell’Istat. Per quanto riguarda il personale a tempo determinato che nel sistema camera in Sicilia è in numero elevato (77 sui 131 dell’intero Paese), Albanese aggiunge: «I lavoratori a tempo determinato sono i precari della Regione». Per Albanese «la vera anomalia della Sicilia è che i costi dei pensionati delle Camere di commercio gravano sui bilanci degli enti e questo non consente la stabilizzazione dei precari».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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