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Gela, resta in carcere il commercialista accusato di truffa allo Stato

Di Redazione |

GELA – Resta in carcere il commercialista di Gela Rosario Marchese, arrestato il 9 aprile scorso perché considerato la mente di un’organizzazione che avrebbe truffato allo Stato 22 milioni di euro attraverso false compensazioni d’imposta tra società del Nord da risanare e aziende fantasma che simulavano investimenti in aree svantaggiate del Sud.

Il tribunale del riesame di Caltanissetta ha confermato totalmente il quadro indiziario definito dal procuratore di Gela, Fernando Asaro, che ha lavorato all’inchiesta, insieme alla pm Eugenia Belmonte, concedendo tuttavia gli arresti domiciliari a Giuseppe Nastasi, di Gela, braccio destro di Marchese e prestanome di aziende fantasma; a Rosario Barragato, di Palma di Montechiaro, referente per le aziende del Sud, e a Salvatore Sambito, di Palma di Montechiaro, commercialista e revisore contabile. Nei confronti di Gianfranco Casassa, di Brescia, procacciatore al Nord delle aziende in crisi da risanare illecitamente, il Riesame ha trasformato il provvedimento della custodia in carcere in obbligo di presentazione agli uffici di polizia.

Il sesto arrestato, l’avvocato milanese, Roberto Goldaperini, aveva già ottenuto i domiciliari grazie alle dichiarazioni spontanee rese ai magistrati dopo il suo arresto. Nel frattempo, 4 dei 117 indagati (tra imprenditori e persone giuridiche) hanno iniziato a pagare i debiti al fisco per riottenere la rimozione dei sigilli dai beni che il gip aveva sequestrato nell’ambito dell’operazione denominata Società per compensazioni. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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