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Tangenziale di Catania, che rischi tra buio fitto e segnaletica carente

Di Andrea Nuzzo |

CATANIA – Investire sull’aeroporto di Fontanarossa è certamente un’ottima idea per incrementare il turismo nella città etnea e, comunque, per farne un punto di riferimento per il sud peninsulare ed europeo. Ma il non considerare la necessità di mettere a punto anche le strutture e i servizi collaterali che si trovano a ridosso e oltre l’area aeroportuale è certamente un errore madornale da parte degli enti pubblici che dovrebbero assicurare le condizioni di sicurezza e un minimo di dignità dei luoghi, oltre che preporsi, a parole, la valorizzazione del territorio.

Quel che accade sulla Tangenziale ovest, a stretto contatto con Fontanarossa e in tutti i chilometri in cui si sviluppa questo fondamentale tratto di strada, è il sintomo di una trascuratezza e, di certo, non un buon biglietto da visita per la città di Catania e il suo hinterland. Il comune cittadino che percorre queste aree si è ormai abituato al buio che la caratterizza e a pali della luce più coreografici (spesso abbelliti con bandiere o banner, per eventi pubblici o iniziative private) che utili, considerato che gli stessi sono perfettamente collocati ma costantemente spenti. Per il turista o l’utente occasionale, che magari affitta un mezzo a Fontanarossa, intendendo dirigersi verso il centro cittadino o verso paesi etnei, Siracusa, Messina o Palermo, la situazione è certamente peggiore: la mancata conoscenza dei luoghi lo proietta dinanzi ad una situazione ricca di potenziali rischi, in un tratto stradale densamente frequentato, quanto pericolosamente e intensamente tetro.

La Tangenziale ovest è e rimane uno snodo fondamentale della viabilità cittadina, quale rampa di collegamento tra l’area sud della città e quella pedemontana, del Siracusano e del Messinese, oltre che quale bretella di collegamento ai lidi Plaia e al centro città.

Il fitto buio che caratterizza queste zone al calar del sole si traduce in grossi rischi, se si considera anche la insufficiente cartellonistica e la carenza di strumenti idonei, anche a livello ottico (new jersey, catarifrangenti, fari), atti a segnalare i pericolosi incroci con rampe d’ingresso e di uscita (Librino, ex mercato ortofrutticolo, centro commerciale, zona industriale, Bicocca, autostrada, pompe di distribuzione del carburante). Una condizione di visibilità rischiarata solo dai fari delle vetture che non può certamente essere considerata come una poetica forma di contatto con la natura o come una fonte di ispirazione per libri horror, ma semplicemente come una totale assenza di attenzione e cura da parte degli enti pubblici preposti che, quotidianamente, si assumono il rischio di potenziali e reali pericoli per l’incolumità fisica degli utenti della strada.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA