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Minacce mafiose al giornalista Salvo Palazzolo, disposto un servizio di tutela per l'inviato

In varie telefonate intercettate sarebbero state pronunciate frasi allusive e intimidazioni non molto velate

Redazione La Sicilia

24 Gennaio 2025, 12:42

Salvo_Palazzolo

La mafia torna a minacciare il giornalista Salvo Palazzolo, inviato di Repubblica, redazione di Palermo. La squadra mobile lo ha informato, dopo varie intercettazioni telefoniche, che sarebbero emerse «gravi ostilità nei suoi confronti». E per questo è stato predisposto un servizio di tutela.

Palazzolo si è occupato dei boss scarcerati e dei permessi premio a ergastolani condannati per stragi e omicidi. Queste misure che avrebbero consentito ad alcuni boss tra i più pericolosi di riprendere contatti con gli ambienti criminali di provenienza.

In varie telefonate intercettate sarebbero state pronunciate frasi allusive e intimidazioni non molto velate. «Continuerò a svolgere il mio lavoro», ha commentato Palazzolo.

Altre volte il giornalista di Repubblica era stato l'obiettivo di attenzioni minacciose e intimidazioni. Nel 2018 la polizia aveva intercettato alcuni esponenti del clan Inzerillo che, dopo articoli del giornalista sul ritorno degli "scappati" dagli Stati Uniti, parlavano del progetto di dare a Palazzolo «due colpi di mazzuolo».

In quella occasione Palazzolo ricevette attestati di stima e solidarietà, come sta avvenendo anche oggi. A Caltanissetta si tenne poi un sit in a suo sostegno. Il giornalista aveva subito una perquisizione di otto ore dopo avere anticipato l’apertura di un’inchiesta a carico di poliziotti per il depistaggio del caso Borsellino. Il caso venne poi archiviato perché venne riconosciuto che Palazzolo aveva correttamente svolto il suo lavoro di cronista.

Due anni dopo Palazzolo tornò all’attenzione dI Cosa nostra. Il boss dello Zen, Giuseppe Cusimano poi arrestato come nuovo capomafia del mandamento, lo aveva attaccato su Facebook: "Giornalisti peggio del Coronavirus». Il giornalista aveva scritto che Cusimano aveva organizzato nel quartiere una distribuzione di generi alimentari per acquisire consenso sociale.

L'Assostampa

L’Associazione siciliana della stampa con il Gruppo cronisti siciliani esprime totale vicinanza al collega Salvo Palazzolo. «Siamo accanto al collega Salvo Palazzolo - afferma il sindacato unitario dei giornalisti - che ogni giorno con il suo lavoro di inchiesta contribuisce attivamente e coraggiosamente alla presa di coscienza nella società facendosi testimone di scomode verità che non possono essere taciute, come quella del ritorno in città dei boss. Le nuove minacce nei confronti del collega che lavora nella sede palermitana di Repubblica confermano un clima di fastidio crescente nei confronti dei cronisti che con il lavoro sui territori costituiscono un presidio di legalità».

L'Ordine

Solidarietà al giornalista viene espressa in una nota anche dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. «I giornalisti sono sentinella dell’informazione - dichiara il presidente Roberto Gueli - e quando fanno informazione danno fastidio. La nostra categoria deve essere compatta e respingere con fermezza gli attacchi al mittente. Esprimiamo la nostra vicinanza, il nostro sostegno e la nostra piena solidarietà al collega Salvo Palazzolo».

Anche la Figec Cisal Palermo esprime preoccupazione per le nuove minacce. «Esprimiamo solidarietà e la nostra vicinanza a Palazzolo, uno dei cronisti più impegnati nel raccontare il nuovo volto della mafia - sottolinea una nota della Federazione giornalismo editoria e comunicazione - e lo fa cercando di scavare sempre più a fondo, senza lasciarsi intimorire dalle «attenzioni particolari» più volte manifestate già in passato dai boss infastiditi dalle sue cronache. Segno che il collega fa bene il suo lavoro, offrendo chiavi di lettura nuove e originali che stimolano analisi e riflessioni su una città come Palermo in cui molti segnali fanno temere il ritorno a un passato buio che speravamo di esserci messi definitivamente alle spalle».