Il "Cannata gate" arriverà a Roma e "ora la verità sugli scambi di utilità"
La questione delle restituzioni di parte delle indennità di assessori e presidenti del Consiglio di Avola al gruppo politico dell’ex sindaco, oggi deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata resta calda
Luca Cannata
Eppure si muove. Tra minacce di azioni legali, precisazioni e una richiesta di interrogazione parlamentare, all’Assemblea regionale siciliana e a Roma, avanzata dal segretario provinciale del Partito democratico. Il “caso Cannata” continua a fare parlare di sé. La questione delle restituzioni di parte delle indennità di assessori e presidenti del Consiglio di Avola al gruppo politico dell’ex sindaco, oggi deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata resta calda. Tra attacchi e contrattacchi, in quella che sembra essere diventata una guerra tra bande per il controllo politico del sud-est siciliano, i primi a rintuzzare il fuoco sono i tre denuncianti: Antonio Orlando, Fabio Iacono e Luciano Bellomo hanno raccontato di contributi, non proprio spontanei, alla causa del pagamento della sede politica del movimento cannatiano.
«Orlando, Iacono e Bellomo sono stati buttati fuori dal gruppo perché non intendono l’amministrazione come la intendiamo noi», aveva replicato il deputato Cannata, riferendosi a ruggini del passato tramutatesi, in questi giorni, in quella che lui ha definito una «macchina del fango». «L’abbandono del gruppo è stato un atto volontario legato alla non condivisione di una politica personale», dicono i tre in una nota con la quale annunciano di avere dato mandato ai propri legali di valutare eventuali querele. Dicono loro: da quando hanno abbandonato Cannata sono trascorsi più di due anni, non c’è stato nessun «massacro politico». «Diffidiamo Cannata Luca a non utilizzare, nel vacuo tentativo di giustificarsi, un linguaggio offensivo che va oltre la contesa politica». E, per finire di mettere i puntini al posto giusto, ricordano che si è trattato di un’inchiesta giornalistica «di cui si sconosce l’origine […] Abbiamo riferito solo la verità asettica dei fatti».
Pure Giuseppe Costanzo, tesoriere e fiduciario di Fratelli d’Italia in provincia di Siracusa, vera e propria cassaforte dei cannatiani, ci tiene a precisare che «la nostra documentazione», quella mostrata ai cronisti per dimostrare entrate e uscite, «non è carente».
«In passato esponenti del Partito democratico locali hanno negli anni più volte e con determinazione denunciato queste inammissibili pratiche. Le querele a noi rivolte si sono tutte concluse con la piena assoluzione», afferma in una nota Piergiorgio Gerratana, segretario provinciale dem a Siracusa, che parla di «scambi di utilità legati a incarichi politici». «Ci chiediamo - aggiunge - se tali somme siano state utilizzate, in tutto o in parte, per coprire spese di campagne elettorali regionali, nazionali ed europee senza che siano state contabilizzate e dichiarate ai sensi di legge». Le domande riguardano anche eventuali altri usi, per esempio per l’acquisto di beni personali, e l’esistenza o meno di «una lista dei pagamenti richiesti e ricevuti nei vari anni».
«Sono risposte - conclude Gerratana - che sono necessarie, urgenti, indifferibili, inevitabili per ristabilire il corretto rapporto di fiducia tra cittadini, amministrazione, rappresentanti politici e rimuovere ogni elemento di dubbio. In assenza di chiarimenti, chiederemo ai nostri rappresentanti parlamentari regionali e nazionali di procedere a interrogazione parlamentare».