6 dicembre 2025 - Aggiornato alle 00:39
×

Il "Cannata gate" arriverà a Roma e "ora la verità sugli scambi di utilità"

La questione delle restituzioni di parte delle indennità di assessori e presidenti del Consiglio di Avola al gruppo politico dell’ex sindaco, oggi deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata resta calda

Redazione La Sicilia

20 Febbraio 2025, 08:55

Luca Cannata

Luca Cannata

Eppure si muove. Tra minacce di azioni legali, precisazioni e una richiesta di interrogazione parlamentare, all’Assemblea regionale siciliana e a Roma, avanzata dal segretario provinciale del Partito democratico. Il “caso Cannata” continua a fare parlare di sé. La questione delle restituzioni di parte delle indennità di assessori e presidenti del Consiglio di Avola al gruppo politico dell’ex sindaco, oggi deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata resta calda. Tra attacchi e contrattacchi, in quella che sembra essere diventata una guerra tra bande per il controllo politico del sud-est siciliano, i primi a rintuzzare il fuoco sono i tre denuncianti: Antonio Orlando, Fabio Iacono e Luciano Bellomo hanno raccontato di contributi, non proprio spontanei, alla causa del pagamento della sede politica del movimento cannatiano.

«Orlando, Iacono e Bellomo sono stati buttati fuori dal gruppo perché non intendono l’amministrazione come la intendiamo noi», aveva replicato il deputato Cannata, riferendosi a ruggini del passato tramutatesi, in questi giorni, in quella che lui ha definito una «macchina del fango». «L’abbandono del gruppo è stato un atto volontario legato alla non condivisione di una politica personale», dicono i tre in una nota con la quale annunciano di avere dato mandato ai propri legali di valutare eventuali querele. Dicono loro: da quando hanno abbandonato Cannata sono trascorsi più di due anni, non c’è stato nessun «massacro politico». «Diffidiamo Cannata Luca a non utilizzare, nel vacuo tentativo di giustificarsi, un linguaggio offensivo che va oltre la contesa politica». E, per finire di mettere i puntini al posto giusto, ricordano che si è trattato di un’inchiesta giornalistica «di cui si sconosce l’origine […] Abbiamo riferito solo la verità asettica dei fatti».

Pure Giuseppe Costanzo, tesoriere e fiduciario di Fratelli d’Italia in provincia di Siracusa, vera e propria cassaforte dei cannatiani, ci tiene a precisare che «la nostra documentazione», quella mostrata ai cronisti per dimostrare entrate e uscite, «non è carente».
«In passato esponenti del Partito democratico locali hanno negli anni più volte e con determinazione denunciato queste inammissibili pratiche. Le querele a noi rivolte si sono tutte concluse con la piena assoluzione», afferma in una nota Piergiorgio Gerratana, segretario provinciale dem a Siracusa, che parla di «scambi di utilità legati a incarichi politici». «Ci chiediamo - aggiunge - se tali somme siano state utilizzate, in tutto o in parte, per coprire spese di campagne elettorali regionali, nazionali ed europee senza che siano state contabilizzate e dichiarate ai sensi di legge». Le domande riguardano anche eventuali altri usi, per esempio per l’acquisto di beni personali, e l’esistenza o meno di «una lista dei pagamenti richiesti e ricevuti nei vari anni».
«Sono risposte - conclude Gerratana - che sono necessarie, urgenti, indifferibili, inevitabili per ristabilire il corretto rapporto di fiducia tra cittadini, amministrazione, rappresentanti politici e rimuovere ogni elemento di dubbio. In assenza di chiarimenti, chiederemo ai nostri rappresentanti parlamentari regionali e nazionali di procedere a interrogazione parlamentare».