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Prof sospesa per il video Salvini-Duce: si mobilitano présidi, studenti, sindacati politici. E il M5s attacca la Lega

Di Redazione |

PALERMO – La sospensione della professoressa palermitana Rosa Maria Dell’Aria, 63 anni, docente da 40, che fra un anno andrà in pensione, continua a fare discutere tutta l’Italia. Studenti, mondo della scuola, sindacati, politici scendono in campo: chi per difendere la prof, chi per chiedere il reaintegro e chi per dire che il provvedimento è giusto.

La prof insegna italiano e storia nell’istituto industriale Vittorio Emanuele, a Palermo, ed è stata sospesa, da sabato scorso, per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti che nella Giornata della memoria avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Un paragone definito «demenziale» dallo stesso vice premier, mentre il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha chiesto ai propri uffici un «approfondimento» della vicenda con l’ufficio provinciale che ha assunto il provvedimento. La sospensione con stipendio dimezzato, è stata attuata al termine di una ispezione cominciata dopo una serie di post sui social.

Ma mentre prima della sospensione erano stati, soprattutto sui social, esponenti della destra e della Lega a invocare un provvedimento del ministero per la prof, ora è la sinistra in prima linea a chiedere a Bussetti di revocare la punizione. Ma ci sono anche i sindacati, gli altri professori, i dirigenti scolastici, gli studenti.

Gli studenti scenderanno in piazza oggi pomeriggio, alle 16 per un presidio davanti la sede della Prefettura per chiedere la revoca del provvedimento disciplinare. Gli studenti puntano il dito contro «le continue intimidazioni a studenti e professori inflitte da Salvini». «Non è la prima volta che, con Salvini al governo, in Italia si verificano censure – dicono gli organizzatori del presidio -: basti pensare a ciò che in tutto il Paese sta avvenendo con i lenzuoli che apertamente lo criticano. E soprattutto non è la prima volta che viene intimidito il mondo della scuola e minata la libertà di parola, pensiero e critica. Questo clima è intollerabile! La Lega e i suoi galoppini minacciano tutti i pilastri democratici. Ciò che è avvenuto a Palermo è sintomatico della situazione politica del Paese: è un campanello d’allarme da non sottovalutare».

L’Unione sindacale di Base, dal canto suo, spiega che «in nessuna parte del contratto scuola, in particolare quando si definisce la funzione docente e la responsabilità disciplinare, troviamo tra i motivi di sanzione la mancata censura dei propri studenti, ma solo una vaga formulazione che parla di «vigilare sul corretto espletamento dell’attività del personale sottordinato ove tale compito rientri nelle proprie responsabilità», che in nessun modo si può applicare alla scuola, in quanto gli studenti non sono sottoposti, a meno che il governo non voglia farli diventare dei piccoli Balilla, al servizio dello Stato, del governo o del docente di turno».

Una petizione è stata lanciata da USB in solidarietà alla professoressa dell’Aria e ha raccolto in meno di 24 ore oltre 25.000 firme, «che consegneremo simbolicamente al prefetto di Palermo durante il presidio di solidarietà che si terrà oggi.

E poco dopo il sit-in davanti la prefettura,  alle 17.30, davanti all’Iti Vittorio Emanuele III, in via duca della Verdura, a Palermo si terrà un altro presidio unitario dei sindacati scuola di Cgil, Cisl, Uil, Rua, Gilda, Snals «a sostegno della docente Rosa Maria Dell’Aria.

Lo scontro politico

Il caso della prof sospesa diventa anche motivo di un ennesimo scontro tra M5s e Lega, la compagine di governo che sembra essere in disaccordo su tutto. E oggi i grillini hanno presentato alla Camera una interrogazione a prima firma Vittoria Casa in cui attaccano apertamente il ministro Bussetti: «Piacciono solo i cittadini indottrinati? Obbedienti e quindi incapaci di costruire un mondo migliore di quello che ereditano, di spingerci oltre i diritti già conquistati? Noi lavoriamo affinchè gli studenti abbiano un pensiero critico, sviluppino ragionamenti indipendenti e imparino a pensare con la propria testa. E il ministero della Lega cosa fa? Li censura. Un atto veramente grave e per questo il M5S ha depositato un interrogazione».

Ma, come detto, il ministro Bussetti in questo momento è tirato in ballo da tutte le parti. Una interrogazione al responsabile dell’Istruzione è stata fatta anche dal Pd che chiede di «riparare il danno», mentre tanti esponenti del Partito democratico esprimono la loro solidarietà alla professoressa e si augurano il suo reintegro.

E Salvini? Dopo aver criticato ieri il video, oggi ha ribadito: «Non penso che sia opportuno che ci siano questi accostamenti irrispettosi, perché il fascismo fece dei morti, il comunismo fece dei morti, il nazismo fece dei morti e noi vogliamo salvare vite difendendo i confini italiani». «Mi sembra strano – ha aggiunto – che in una scuola il decreto sicurezza venga posto agli studenti come novella legge razziale di mussoliniana memoria. Mi sembra una forzatura sciocca, fuori dal tempo. La politica dovrebbe stare lontana dalla scuola, dovrebbe educare al confronto di idee diverse». 

In realtà gli studenti hanno spiegato che la prof con quell’accostamento non c’entra nulla: «Siamo tutti profondamente dispiaciuti per quanto accaduto e solidali con la nostra insegnante. Nessuno di noi era stato obbligato a partecipare a quel progetto, le immagini inserite nel lavoro in power point non sono state scelte dalla professoressa che ci ha dato solo una mano nella sistemazione del testo sotto il profilo linguistico. Siamo stati noi stessi a notare che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali».

Il ministro Bussetti: «Io non c’entro»

E mentre tutti chiedono un intervento di Bussetti, lui cosa fa? Si defila, se ne lava le mani, benché fosse stata la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni su Facebook a far capire di averlo interessato del problema: «Andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento -aveva scritto -. Già avvisato chi di dovere».

Ovvero il minsitro che oggi dice: «È stata una scelta autonoma dell’ufficio scolastico provinciale di Palermo. Io al momento non reputo nulla perché se non vedo le carte non posso giudicare». L’ufficio scolastico provinciale di Palermo «ha agito secondo quello che prevede l’ufficio dei procedimenti disciplinari prendendo questa decisione – ha aggiunto -. Non c’è un commento politico perché gli uffici dei procedimenti disciplinari sono presenti in tutti i nostri uffici provinciali e agiscono secondo la norma che prevede in questo caso sanzioni».

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