Nascite sempre in calo, Sicilia seconda in Italia per tasso di fecondità: la media è 1,27 figli per donna
Gli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi
Il nido di un ospedale CIRO FUSCO
Continua a scendere senza sosta il tasso di fecondità in Italia. Con 1,18 figli per donna nel 2024 viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526mila bambini a fronte dei 370mila del 2024 (-2,6% rispetto al 2023). E’ quanto emerge dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi.
Calano anche i decessi (651mila), il 3,1% in meno sul 2023, dato più in linea con i livelli pre-pandemici che con quelli del triennio 2020-22. Il saldo naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi, è quindi ancora fortemente negativo (-281mila).
I dati
Il primato della fecondità più elevata, secondo dati trasmessi dall’Istat e tratti da uno studio sui cali delle nascite relativi al 2024, continua a essere detenuto dal Trentino Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43).
Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la nostra Isola, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. In queste regioni le madri sono mediamente più giovani: l’età media al parto è pari a 31,7 anni in Sicilia e a 32,3 in Trentino-Alto Adige e Campania.
Differenze tra territori persistono poi anche all’interno di una stessa ripartizione geografica. Nel Mezzogiorno, ad esempio, coesistono regioni che registrano la più alta fecondità nel contesto nazionale (Sicilia, Campania e Calabria) e regioni caratterizzate da livelli minimi (Sardegna, Molise e Basilicata). Tra le province, quella in cui si registra il più alto numero medio di figli per donna è la provincia autonoma di Bolzano (1,51 contro 1,57 del 2023). Seguono le province calabresi di Crotone (1,36) e Reggio Calabria (1,34) e quelle siciliane di Ragusa, Agrigento (entrambe 1,34) e Catania (1,33).