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Migranti soccorsi dalla Marina: giallo su bimba morta ed è polemica sui ritardi

Di Redazione |

LAMPEDUSA – Fino a qualche mese fa i soccorsi dei migranti nel Canale di Sicilia erano all’ordine del giorno e non facevano quasi più notizia. Da quando il vento è cambiato, con l’arrivo al governo del ministro dell’Interno Matteo Salvini non è più così. Ogni sbarco è diventato un caso, non solo quelli portati a termine dalle Organizzazione non governative (le Ong) ma anche quelli operati dalle autorità italiane. Il caso Diciotti, con la nave della Marina bloccata in porto per giorni a Catania con il divieto di sbarco e la conseguente incriminazione per sequestro di persona del ministro Salvini, è il più eclatante. Ma ce ne sono stati tanti altri. E oggi è un nuovo salvataggio, operato questa mattina dalla nave della Marina Cigala Fulgosi, a far discutere.

E’ polemica soprattutto per il ritardo nei soccorsi. Il gommone con a bordo circa 90 migranti si trovava in difficoltà al largo della Libia da ieri mattina e nonostante l’allarme sia stato lanciato a tutte le autorità, e nelle vicinanze si trovasse la Cigala Fulgosi, nessuno è intervenuto per portare soccorso sino a questa mattina, quando già l’imbarcazione era alla deriva e aveva cominciato a imbarcare acqua. 

A un certo punto Alarm Phone, la piattaforma per i migranti in difficoltà, ha anche diffuso la notizia che a bordo era morta una bambina di 5 anni, notizia che finora non è stata confermata, anzi è stata smentita dal ministero della Difesa che subito dopo il salvataggio ha diffuso una nota in cui ha spiegato che «il Pattugliatore d’altura della Marina militare Cigala Fulgosi, ha raggiunto un gommone in acque internazionali, a circa 90 miglia a sud di Lampedusa. L’unità della Marina, constatate le condizioni del natante con 100 persone a bordo, di cui solo una decina provvisti di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita».

«Al termine del soccorso – si legge ancora  nella nota – sono state recuperate le 100 persone, di cui 17 donne e 23 minori, per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute. Non risulta alcuna persona deceduta a bordo».

La nave della Marina Militare Cigala Fulgosi sta ora navigando verso il porto di Lampedusa con a bordo i 100 migranti soccorsi in mare.

Le accuse delle Ong

«Non comprendiamo – ha però scritto in un tweet ong Mediterranea saving humans – perché si sia aspettato tanto, mettendo in grave pericolo queste persone. Chiediamo ora che vengano sbarcate in un porto sicuro, e protette. Vengono dall’inferno libico, hanno già patito abbastanza». La Ong ha comunque sottolineato di essere grata per l’intervento all’equipaggio e al comandante della nave  Cigala Fulgosi, ma oltre alla Ong ci sono stati personaggi politici, parroci, e giornali che hanno accusato le autorità italiane di ritardi nei soccorsi.

Accuse che hanno mandato su tutte le furie il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che su Facbook ha scritto: «Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro. E lo dico perché oggi qualche quotidiano e una Ong hanno alluso a questo, lasciando intendere che una nave militare italiana non sia intervenuta per salvare un barcone di migranti diretto verso le coste italiane. È del tutto falso e strumentale».

La ricostruzione

«Quando è arrivato l’allarme ai nostri uomini – ricostruisce il ministro Trenta – la nave italiana si trovava a 80 chilometri di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c’è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro. Anzi. La vita umana è sacra, ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente. Arrivato l’elicottero, in poco meno di un’ora, i militari italiani hanno appurato che era già in atto un’operazione di soccorso da parte della guardia costiera libica ed hanno offerto tutto il supporto necessario».

«Rispetto per i nostri militari e in questo caso per la Marina. Nessuno si permetta di infangare il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme», conclude.

In realtà l’intervento dei libici non è stato concluso per una avaria al motore della motovedetta e il gommone è stato lasciato in difficoltà il alto mare. Per questo stamattina è stato raggiunto dalla nave italiana che ha operato i soccorsi.

E da parte sua Alarm Phone, accusata di aver creato allarmismo, ha precisato che la notizia della morte di una bambina di cinque anni a bordo del gommone è stata data alla piattaforma dagli stessi migranti che si trovavano sull’imbarcazione. Lo precisa la stessa Ong, sottolineando in un tweet di non aver «mai confermato» la morte. «Speriamo che non sia vero – ha aggiunto – Ma non è necessario che muoia qualcuno perché sia uno scandalo che 90 persone sono state lasciate a rischio per oltre 23 ore». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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