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«Il presidente ha dato l’ok su tutto»: quelle "utilità" (consapevoli) agli amici di Galvagno

Dalle intercettazioni emerge come sia sempre stato il presidente dell'Ars a dettare la linea a staff e beneficiari

Laura Distefano

28 Giugno 2025, 10:00

«Il presidente ha dato l’ok su tutto»: quelle "utilità" (consapevoli) agli amici di Galvagno

«Sabrina». «Eccomi». Gaetano Galvagno si presenta alla sua portavoce De Capitani con le idee chiare e la giusta consapevolezza di come operare. Le carte della corruzione che coinvolgono il presidente dell’Ars - al di là di quello che sarà l’epilogo giudiziario - sono un perfetto manuale per conoscere come avviene la «spartizione della torta» a Palazzo dei Normanni. Meccanismi rodati e ritenuti normali da chi proviene dai mondi istituzionali e di potere, ma sui quali la magistratura vuole vederci più in profondità. E lo sta facendo da più punti di osservazione.

I soldi della Regione come fossero suoi

«Vedi che sto dando centomila euro alla fondazione Dragotto». Peccato che i soldi di cui Galvagno parla con tanta naturalezza con De Capitani siano pubblici. Cioè della Regione Siciliana. Per i pm palermitani quei fondi inseriti in un «apposito emendamento» da destinare alla fondazione della famiglia del re del noleggio, Tommaso Dragotto (non indagato) sono la pietra miliare del patto corruttivo che coinvolge la moglie del patron di Sicily by Car, Caterina Cannariato. Quel denaro è stato destinato all’evento del “Magico Natale 2023” da cui poi sono partite le varie dazioni agli amici del cerchio galvagniano.

La «faccendiera» Sabrina De Capitani è intercettata da anni dagli investigatori palermitani. È proprio mentre ascoltano lei (indagando sul caso di Cannes) che gli inquirenti decidono di accendere i riflettori su Gaetano Galvagno, considerato da molti addetti ai lavori il futuro della politica siciliana.

Il sistema Galvagno

La portavoce è una parte fondamentale del sistema Galvagno. Che ha ben capito - e lo ha anche spiegato a Sabrina De Capitani - come sfruttare «la rete degli eventi» per poter agganciare consensi utili alla scalata politica.
Consapevolezza. Ma anche generosità. Il presidente dell’Ars nel chiudere il patto corruttivo avrebbe infatti ottenuto dalle fondazioni e dalle società «sostenute» consulenze ben remunerate per il suo staff. E i benefit sono tracciati e rendicontati. Tranne qualcuno, che però traspare da qualche parolina detta da chi doveva aprire il portafogli. Anche se la moneta in verità - secondo lo schema ipotizzato dai finanzieri palermitani - avrebbe come sorgente la cassa della Regione Siciliana.

I soldi, i soldi, i soldi

«Più di darvi i soldi, cosa devo fare!», dice Gaetano Galvagno parlando con la sorella della “segnalata” da Uomo 6 Marianna Amato. L’esperta marketing è definita nelle carte un po’ la mediatrice nel capitolo Dragotto della corruzione. Galvagno, lo scorso 29 maggio, ha dato agli investigatori la sua versione sull’interpretazione di una serie di intercettazioni in cui dispone cosa e quanto dare e soprattutto a chi. E lo fa con il piglio del comando. «Prendi, carta e penna». «Segui le mie disposizioni». In più occasioni, in diversi passaggi evidenziati dai finanzieri come «commenti d’interesse», Galvagno detta la linea. Per Dragotto, ad esempio, non concede spazi di scelta alla De Capitani. È intransigente: «Queste sono le indicazioni, è chiaro». E fornisce una scala di numeri da seguire: «Okay, né uno in più, né uno in meno, sui venti, poi dirò io che cosa».

Galvagno non improvvisa

L’esponente di Fratelli D’Italia, quindi, non pare improvvisare. De Capitani è ben consapevole della precisione del suo capo. «Il presidente ha dato l’ok su tutto», dice De Capitani a Lady Dragotto. E spiega ancora alla signora che il presidente dell’Ars non vuole coinvolgere altri organismi ma solo la Fondazione Dragotto in modo che qualcosa «spunta». La comunicatrice elargisce i meccanismi degli «aiutini». Il vademecum per Caterina Cannariato è ben definito. La richiesta sarebbe dovuta pervenire alla Regione Siciliana entro la settimana in modo da poterla elaborare. Ma dallo staff di Galvagno si fanno anche bene i conteggi, forse anche per non avere brutte sorprese. E quindi nella richiesta di «finanziamento» per l’evento i numeri vanno gonfiati in modo che poi arrivano i soldi giusti. Al ribasso. La regola è semplice, e a quanto pare efficace. Chiedi 200 per ottenere 100.

Lady De Capitani

De Capitani fornisce le istruzioni: «La devono fare di trenta (trentamila euro, ndr.) […] poi, dopo, noi vi daremo quindici. Però la richiesta la fate di trenta».
Qualsiasi decisione passa dall’approvazione di Galvagno. E la portavoce monzese lo confida alla sorella del presidente dell’Ars mentre «discutono delle somme da corrispondere a lei, a Marianna (Amato) ed alla fondazione Dragotto». E si lascia andare a snocciolare cifre: «Gae mi ha detto, a me, allora trenta… (30, ndr) li prende la Fondazione e lui lo sa e ha detto “va bene”, dieci a me, dieci a Marianna». E un continuo «Gae ha detto così… punto, cioè sai che io non faccio niente se non… se lui non omissis». E le parti coperte dagli investigatori nelle 195 pagine dell’informativa sono davvero tante.