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Il patto corruttivo fra l'assessora Amata e lady Dragotto, fondi regionali in cambio del posto al nipote: la Finanza all'Ars

I finanzieri ieri, dopo la notifica dell'avviso di conclusione indagine, hanno voluto acquisire il decreto assessoriale incriminato

Laura Distefano

08 Luglio 2025, 17:08

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È stata una lunga giornata ieri per l’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata. Quando il nome del suo avvocato è comparso sul display dello smartphone ha immediatamente capito che non c’erano buone notizie all’orizzonte. La procura di Palermo, infatti, ha emesso l’avviso di conclusione indagini nei confronti di Amata. L’inchiesta è la stessa per cui, lo scorso gennaio, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza hanno notificato “l’avviso” di proroga delle indagini.

L’accusa è corruzione per esercizio delle funzioni. Amata condivide il capo d’imputazione con Marcella Cannariato, la moglie del patron di Sicily by Car Tommaso Dragotto e vicepresidente della Fondazione di famiglia. Ma è il ruolo nella società A&C Broker a entrare questa volta nei radar degli investigatori: Cannariato avrebbe assecondato una richiesta dell’assessora di assumere il nipote Tommaso Paolucci. Ci sono diverse conversazioni captate in cui lady Dragotto promette che lo avrebbe messo sotto «la propria ala». Anche se Amata avrebbe esortato Cannariato a non fare favoritismi e a «fare lavorare» seriamente il nipote.

Il prezzo

Per gli investigatori quel posto di lavoro avrebbe avuto un prezzo corruttivo. E cioè l’elargizione di fondi regionali. Come controprestazione, ipotizza la procura di Palermo, Marcella Cannariato avrebbe chiesto una collaborazione di tipo finanziario per un evento di imprenditoria femminile promosso dalla Fondazione Bellisario, di cui è referente per la Sicilia. Il convegno “Donna, Economia e Potere” si è svolto al Convitto Nazionale Giovanni Falcone di Palermo il 6 e 7 ottobre 2023. E nel programma c’è un tavolo dedicato alle donne e al turismo. E fra i relatori c’era - risulta dal consuntivo pubblicato nel sito della Fondazione - anche Amata. ll contributo richiesto da Cannariato sarebbe stato di 30mila euro: per chi indaga l’assessora si sarebbe interessata personalmente della vicenda. I finanzieri ieri, dopo la notifica dell'avviso di conclusione indagine, hanno voluto acquisire il decreto assessoriale incriminato. C’è una delibera di liquidazione da parte della Regione per 11.200,98 euro che risale a ottobre scorso, nell’ultimo foglio però si anticipa un successivo provvedimento per il residuo di 18.799,02 euro.

Da alcune intercettazioni, per i finanzieri, emergerebbe in modo chiaro come Cannariato stessa correli l’ottenimento dei fondi regionali con l’assunzione del nipote dell’esponente di Fratelli d’Italia. La Fondazione Bellisario sarebbe anche la beneficiaria del pagamento di un’apericena (sempre per l’evento sul girlpower) autorizzato dalla presidenza dell’Ars. È una delle «utilità» inserite nell’imputazione che vede coinvolto Gaetano Galvagno e la sua ex portavoce Sabrina De Capitani. Oltre ad altri membri del suo staff e della “galassia Dragotto”. L’accusa è sempre di corruzione legata all’elargizione di fondi regionali in cambio di favori e consulenze. Ieri all'Ars i militari del Nucleo Pef di Palermo hanno acquisito il maxi emendamento 2024: forse si vogliono incrociare altre intercettazioni che hanno già in mano.

Indagando i finanzieri sono arrivati anche a Pippo Martino, segretario particolare di Amata, che ieri ha scelto di dimettersi dal ruolo. Il suo nome è legato sempre a Cannariato per una consulenza legale di 3.000 euro al mese che avrebbe fatto fatturare alla figlia. Su questo la procura vuole ancora approfondire.

Di dimissioni dell’Assessora invece al momento non se ne parla. D’altronde a Roma c’è la ministra Daniela Santanché (FdI) che sta affrontando un processo. Amata è solo indagata al momento. «Prendo atto, doverosamente e rispettosamente, dell’iniziativa da ultimo adottata dalla Procura della Repubblica di Palermo e, in attesa di conoscere e compulsare gli atti del fascicolo procedimentale, ribadisco la mia estraneità a qualsivoglia contegno penalmente rilevante confidando di potere, al più presto, chiarire, a chi di dovere, la mia posizione», si legge in una nota stringatissima dell’assessora. Ma tranne dichiarazioni di Amata che possano capovolgere le ricostruzioni dei pm, l’avviso di oggi appare il preludio di una richiesta di rinvio a giudizio.