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Corruzione, la strategia delle “lobby”: «Con la fondazione riempi Giardini Naxos e Taormina»

Nelle carte dell'inchiesta della procura di Palermo anche l’ambizione dell’ex portavoce del presidente dell'Ars: «Galvagno ce l’ho in pugno»

Laura Distefano

12 Luglio 2025, 08:38

L'assessore regionale al Turismo Elvira Amata

L'assessore regionale al Turismo Elvira Amata

«Eventi culturali che diventano passerelle politiche. O meglio occasioni per fare «lobby» come suggeriva la “califfa” Sabrina De Capitani al suo entourage siciliano, partendo da Marianna Amato, l'amica di Uomo 6 (che pare non sia più tanto misterioso).
La lobbying strategy di De Capitani – secondo la procura di Palermo – avrebbe avuto però un costo pubblico. E cioè a fronte di «utilità» ottenute (o in alcuni casi solo promesse) sarebbero stati pilotati i fondi regionali a favore di enti, organismi e fondazioni che avrebbero avuto – come si dice in alcune intercettazioni – uno “sponsor” politico.

Il "patrocinio oneroso"

C'è una conversazione simbolo di questa sorta di piano di marketing che vede protagonista Giuseppe Cinquemani, il segretario particolare di Gaetano Galvagno (anche lui indagato nell’inchiesta dei fondi allegri all’Ars). Una collega dello staff gli riferisce di avere sul tavolo diverse richieste di “patrocinio oneroso” in evidenzia del Presidente Galvagno «che attendono la cifra». La donna ne menziona alcune che sarebbero state «urgenti», come una formulata dal comune di Paternò (cittadina di nascita di golden boy meloniano). Cinquemani chiede poi notizie su un evento di “Balestrate” che reca come appunto «Manlio Messina». Per gli investigatori quel memo sarebbe una sorta di timbro politico dell’esponente di Fratelli d’Italia sulla manifestazione.

La "scommessa" di De Capitani

Ma a proposito dell’ex assessore al Turismo, De Capitani – che dopo lo tsunami investigativo e mediatico si è dimessa dal ruolo di portavoce – parlando con una giornalista afferma: «Manlio, Manlio mi conosce bene, sono io l'artefice che l’ha fatto diventare famoso. Sono stata io che lo ha portato a Mediaset le prime volte, perché vedevo in lui delle cose fighe e infatti ho scommesso sulla persona giusta come ho scommesso su Galvagno». Il presidente dell'Ars lo avrebbe avuto «in pugno». Così almeno dice lei nelle intercettazioni. L'incarico all'Assemblea regionale siciliana di De Capitani è correlato al caso Cannes. È da quel progetto che la comunicatrice instaura un rapporto professionale con Manlio Messina, oggi deputato nazionale di Fratelli D'Italia. E da lì sarebbe nato il legame con la Regione Siciliana da cui scaturisce l'incarico di portavoce e responsabile del cerimoniale dell'Assemblea Regionale Siciliana.

Il filone del cerimoniale

Un filone quello sul cerimoniale su cui pare stia facendo approfondimenti la guardia di finanza (come sul capitolo “Contributi Ars” coperto da omissis). De Capitani si vanta di essere stata «l'artefice» dello spostamento del cerimoniale dalla segreteria alla presidenza dell'Ars. Una migrazione che le avrebbe garantito «una certa libertà e autonomia di manovra nella scelta dei fornitori dei servizi connessi agli eventi organizzati presso l’Ars». E tra questi ci sono le kermesse targate dalle fondazioni della “galassia Dragotto”.
Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily by Car, è l'imprenditrice che è indagata per corruzione sia nel troncone Galvagno che in quello dell'assessora al Turismo, Elvira Amata. Anche le due donne seguono la lobbying strategy: a febbraio dell'anno scorso – è la vigilia della Bit di Milano - le due donne parlano di alcuni eventi da tenere a Giardini Naxos, in provincia di Messina. Cannariato assicura ad Amata che organizzeranno «il tutto, con il cappello della Fondazione Bellisario e riempiamo Giardini Naxos e Taormina». La conversazione continua con una confessione di lady Dragotto: non ha mai raccontato a nessuno dell'assunzione del nipote. «Perché sennò», mormora Cannariato pensando alle possibili conseguenze. Ma a raccontare tutto ai pm di Palermo sarebbe stato – come pubblicato su La Repubblica – lo stesso Tommaso Paolucci.