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Corruzione Ars, il corteggiamento della "califfa" De Capitani per conquistare il rottamatore

L'ex portavoce di Galvagno aggancia Dipasquale e Faraone per poter presentare a Renzi un affare legato a un evento in Arabia Saudita

Laura Distefano

21 Luglio 2025, 15:37

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Matteo Renzi sarebbe stato il politico che le avrebbe aperto le porte dell’Arabia Saudita. Ne è convinta Sabrina De Capitani, l’ex portavoce del presidente dell’Ars indagata per corruzione a Palermo, che nei primi mesi del 2023 comincia a “corteggiare” politici siciliani che possano organizzarle un appuntamento con il rottamatore fiorentino. Rendez vous che però pare - almeno dalle carte della guardia di finanza - non essere mai avvenuto. All’ex premier avrebbe voluto presentare un progetto con la Event Management (la società lombarda con cui l’ex portavoce collaora) per un evento musicale in Medio Oriente dal turn over milionario.

Da Nello a Davide per arrivare a Matteo

La califfa di Palazzo dei Normanni grazie a Nello Dipasquale, deputato regionale del Partito Democratico, avrebbe conosciuto Davide Faraone, parlamentare di Italia Viva. La presentazione sarebbe avvenuta al mare: De Capitani racconta per filo e per segno tutto a Paolo Patanè, del comitato Unesco. Persona già citata nelle ambiziose chiacchierate per mettere piede in Vaticano con gli affari di speculazione edilizia. Faraone sarebbe «il migliore amico» di Dipasquale. Quest’ultimo, secondo il racconto di De Capitani, avrebbe supportato l’ex portavoce mentre introduceva a Faraone il progetto dell’Arabia Saudita. Il deputato di Italia Viva si sarebbe dimostrato disponibile a parlarne con «Matteo». Faraone inoltre l’avrebbe sollecitata a ricordarglielo nei giorni a seguire considerando che Renzi sarebbe stato a Palermo per degli impegni istituzionali. De Capitani è così sicura delle parole di Faraone che ne discute addirittura con il compagno Franco Ricci. «Incontrerò il senatore Renzi il 6 luglio a Palazzo dei Normanni», dice entusiasta. E lo annuncia, come se i giochi fossero chiusi, anche a Davide Perrazzoli, il referente dell’agenzia di eventi. De Capitani ha pianificato anche la strategia d’attracco per Renzi: «Non starò lì subito a dirgli delle robe, lo vedrò, lo conoscerò e poi prenderò un appuntamento. La scusa è stata che voglio vederlo per una cosa informale con il presidente Galvagno, ok? Poi gli parlo e dopo gli farò un appuntamento». Ma l’euforia dura poco, perché dopo una presunta uscita con Faraoni De Capitani confida al solito Patanè di aver capito male. Gli appuntamenti di Renzi a Palermo «sono a settembre e non a luglio». Poco male, Faraone le avrebbe assicurato che il leader di Italia Viva avrebbe detto sì all’intera operazione e l’avrebbe avvallata con il principe arabo. Pare che Renzi e il sovrano dell’Arabia Saudita siano in ottimi rapporti.

I numeri dell'affare arabo


I dettagli, anche economici, dell’affare De Capitani li spiega all’impresario di Catania Nuccio La Ferlita (indagato): la Event Management avrebbe avuto la possibilità di entrare nell’organizzazione di grandi eventi in Arabia Saudita. L’obiettivo è quello di poter diventare partner di Elephant Rock, una kermesse musicale del valore di 25 milioni di euro, che sarebbe paragonabile al Festival di Sanremo e si sarebbe svolta all'interno del sito di Alula, che è patrimonio dell’Unesco. Per arrivare allo scopo la comunciatrice spiega all’imprenditore etneo che sta provando a ottenere un «aiutino» da Matteo Renzi.
L’ex portavoce per agguantare il senatore di Italia Viva non si gioca solo la carta Dipasquale-Faraone: tenta con altri politici e prova pure un’ambasciata con Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto (anche lei indagata per corruzione per i fondi “allegri” all’Ars). In una conversazione con il compagno Ricci la donna annuncia che il 6 settembre (2023, ndr) avrebbero fatto una cena (nella villa dove è stato girato il Gattopardo) e che ci sarebbero stati Renzi, Boschi e altre persone: «Amore, adesso inizio a fare lobby».
Lobby, la fissazione della califfa.