Mediterraneo sempre più caldo: così sardine, tonno e spada rischiano di sparire dalla nostra tavola
Le stime di Confcooperative Fedagripesca confermano come la fauna ittica fatichi a stare al passo con il clima che cambia
epa06039492 A vendor offers fish for sale at a market during the month of Ramadan, in the old city of Palestinian West Bank town of Hebron, 20 June 2017. Muslims around the world celebrate the holy month of Ramadan by praying during the night time and abstaining from eating, drinking, and sexual acts daily between sunrise and sunset. Ramadan is the ninth month in the Islamic calendar and it is believed that the Koran's first verse was revealed during its last 10 nights. EPA/ABED AL HASHLAMOUN
Sono tanti i tipi di pesci che soffrono le ondate di calore che si abbattono nel mare Mediterraneo sempre più frequenti e violente, con inevitabili ricadute economiche. Lo stress termico porta, infatti ad un calo del 30% della loro capacità riproduttiva e quindi ad una riduzione delle attività di pesca fino al 40% a seconda delle zone. Per non parlare poi della proliferazione delle specie aliene in mare e nelle reti, che tra soli 5 anni saranno una su tre. Sono le stime di Confcooperative Fedagripesca, a conferma di come anche la fauna ittica fatichi a stare al passo con il clima che cambia e ad sapersi adattare.
Le specie più a rischio
Tra le specie ittiche che risentono di più delle ondate di calore, sono lo spada, il tonno rosso, la lampuga, le sardine e la ricciola, ossia quelle che vivono nella metà della colonna d’acqua in mare o in superficie e quindi le più esposte e sensibili ai cambiamenti di temperatura; le più superficiali, infatti, sono le prime a subire le fluttuazioni climatiche.
Tanti gli indicatori di un mare sempre più caldo, fa sapere Fedagripesca. «Dobbiamo fare i conti non solo sulla terra ma anche nel nostro mare con il cambiamento climatico - fa sapere all’ANSA Paolo Tiozzo vicepresidente Confcooperative Fedagripesca - già oggi quasi il 6% delle specie nel Mediterraneo sono aliene, un totale di circa 1.200 pesci favoriti dal riscaldamento delle acque tre volte superiore alla media globale; dal pesce scorpione al pesce leone, solo per fare qualche esempio. È un fenomeno che richiede un impegno comune per mitigarne le cause - precisa - ma soprattutto è fondamentale capire cosa accade nelle nostre acque, e in questo la ricerca è e sarà decisiva».
Gli habitat compromessi
Di fatto con l’innalzamento delle acque marine vengono compromessi interi habitat, sottolinea Fedagripesca, creando un caos. «I pesci 'temperatì come sardine e acciughe si spostano verso il nord in cerca di acque più fresche e mentre le specie erbivore aumentano per la proliferazione di alghe, quelle carnivore come squali, cernie e dentici diminuiscono per la carenza di prede e per lo stress termico».