Corruzione, a Galvagno e altri 6 arriva l'avviso di chiusura dell'indagine
Il presidente dell'Ars è sotto inchiesta anche per peculato. Cadute fra le "utilità" l'abito e i biglietti per i concerti.
Gaetano Galvagno
L’avviso di conclusione delle indagini preliminare è stato spiccato. Nessun rinvio. Nessun “periodo di riflessione”. La procura di Palermo ha deciso di chiudere prima della pausa agostana. Le accuse sono nei confronti di 7 indagati: il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, l’ex portavoce Sabrina De Capitani, l’imprenditrice Marcella Cannariato (moglie del fondatore di Sicily by Car Tommaso Dragotto), l’esperta marketing Marianna Amato, l’event manager Alessandro Alessi, l’impresario catanese Nuccio La Ferlita e il segretario particolare Giuseppe Cinquemani. Due posizioni rispetto alla proroga sono state stralciate. Le accuse nei confronti del presidente dell’Ars sono sempre tre: due per corruzione e una per peculato. Cadute fra le "utilità" l'abito e i biglietti per i concerti.
Il commento di Galvagno
"Mi è appena stato notificato dalla Procura di Palermo l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Dopo le dichiarazioni che ho reso agli inquirenti e da una prima lettura dell'atto, che comunque avrò modo di approfondire con miei legali quando entreremo in possesso dell'intero fascicolo, registro con soddisfazione che sono state escluse tutte le presunte indebite utilità che avrei percepito a titolo personale. Confido con l’integrale accesso agli atti di poter dissipare i dubbi e le perplessità di sorta sulla correttezza istituzionale del mio operato tra ciò che rimane come ipotesi di reato. In ogni caso mi riservo anche sulla contestazione del peculato di fornire tutti i chiarimenti necessari all’effettivo utilizzo previsto dal regolamento". Così il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.
La corruzione e la "galassia" Dragotto
La prima accusa mossa a Galvagno è di corruzione: il deputato regionale nel suo ruolo di presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II e la portavoce (dimissionaria) Sabrina De Capitani Di Vimercate ("intermediaria e facilitatrice degli accordi illeciti") «indebitamente si facevano promettere e dare» da Marcella Cannariato una serie di utilità. Galvagno - secondo la ricostruzione della guardia di finanza di Palermo - si sarebbe attivato con il contributo di De Capitani per l'erogazione di una serie di stanziamenti di fondi regionali a favore della Fondazione Maria Bellisario (di cui Cannariato è rappresentante siciliana) e della Fondazione Tommaso Dragotto (di cui Cannariato è vice presidente). Precisamente il presidente avrebbe autorizzato il pagamento di un'apericena da parte della presidenza del'Ars del costo di 11.000 euro che è si svolta a Palermo il 6 ottobre 2023 realizzata dalla Fondazione Bellisario per la kermesse "Donna, economia e potere". Inoltre Galvagno avrebbe reso possibile il contributo di 15.000 euro da parte della Presidenza dell'Ars e di 12.000 euro come Fondazione Federico II alla Fondazione Dragotto per l'evento "La Sicilia per le donne" svoltosi a Palermo e Catania il 25 novembre 2023. Alla Fondazione della famiglia Dragotto sarebbero arrivati anche 100.000 euro grazie sempre all'intervento di Galvagno - che si sarebbe adoperato per far inserire i fondi nella legge regionale numero 25 del 2023 - per l'organizzazione dell'evento "Un magico Natale 2023". E infine, il finanziamento di 98.000 sempre in favore della Fondazione Dragotto, inserito nella Legge regionale 25 del 2024 (la manovra) approvata il 16 agosto dell'anno scorso durante una seduta Ars presieduta da Galvagno, per l'evento del magico Natale dell'edizione 2024. Il prezzo della corruzione? Per la procura Galvagno e De Capitani accettavano le seguenti "utilità": la promessa (il 17 novembre 2023) del conferimento di un incarico di consulenza legale da parte della A&C Broker srl di Cannariato alla cugina di Galvagno, Martina; la nomina di Franco Ricci, compagno di De Capitani, nel cda della Sicily by Car il 9 novembre 2023; promessa di incarichi retribuiti ad Alessandro Alessi, Davide Sottile, De Capitani per l'edizione 2023 di "Un Magico Natale" che poi si sarebbero realizzati con il conferimento da parte della Fondazione Dragotto dell'incarico organizzativo dell'evento alla Alquadrato Comunication di Alessi per il corrispettivo di 100.000 euro (soldi ricevuti dalla Regione). Alessi avrebbe restituito 20.000 euro a Cannariato e poi avrebbe spartito somme a Sottile, Amato e De Capitani (ai quali consegnava rispettivamente 1.830 euro, 12.000 euro e 10.000 euro). Alessi avrebbe trattenuto per sé - secondo la finanza - almeno 20.000 euro. Sempre la Fondazione Dragotto avrebbe dato una mansione a Marianna Amato - la segnalata dall'ex assessore regionale al Turismo, Manlio Messina - nell'ambito dell'evento flop La Sicilia per le donne.
Il Capodanno a Catania
Il secondo episodio di corruzione riguarda quello del Capodanno 2023 di Catania. Galvagno sempre nel suo ruolo di presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II con l'ex portavoce De Capitani e il segretario Cinquemani si sarebbero fatti promettere e dare indebitamente dall'impresario La Ferlita una serie di utilità. Andiamo al nocciolo delle accuse: Galvagno, con il contributo di De Capitani, si sarebbe interessato affinché nella Finanziaria poi approvata il 21 novembre 2023 fosse inserito un contributo di 240.000 euro in favore del comune di Catania, destinataria dell'evento Capodanno edizione 2023, che poi è stato aggiudicato alla Puntoeacapo srl, società di Nuccio La Ferlita. La Fondazione Federico II inoltre avrebbe acquistato uno spazio pubblicitario dalla ditta dell'impresario catanese per l'evento Sotto il vulcano Fest del 25 giugno 2024. In cambio La Ferlita avrebbe conferito un incarico a De Capitani, pagato con un bonifico di 20.400 euro il 15 marzo 2023, e al giornalista Salvatore Pintaudi, pagato con un bonifico di 8.000 euro nell'aprile 2024.
L'uso improprio dell'auto blu
L'ultima accusa nei confronti del presidente dell'Ars è il peculato: Galvagno, secondo la procura di Palermo, avrebbe approfittato del suo ruolo di rappresentanza istituzione abusando dell'uso dell'auto blu. Precisamente si sarebbe appropriato dell'Audi A6 - che gli è assegnata per le esigenze di rappresentanza e di servizio proprie, del Gabinetto e della Segreteria particolare - effettuando quasi giornalmente spostamenti per scopi personali propri, dell'autista Marin e dei membri del Gabinetto e della Segreteria e inoltre Galvagno avrebbe disposto che venissero trasportate persone non autorizzate per finalità extraistituzionali. Sono elencati 60 trasporti non conformi. L'ultimo risale allo scorso dicembre.