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Sea watch, altra notte in mare per i migranti ma a Lampedusa arriva un nuovo barchino

Di Redazione |

LAMPEDUSA – E’ ancora ferma davanti al porto di Lampedusa la Sea Watch 3 della Ong tedesca, al centro di un braccio di ferro con il governo italiano. La comandante della nave, Carola Rackete, ieri aveva deciso di forzare il divieto di ingresso nelle acque territoriali con l’intenzione di sbarcare a terra i 42 migranti soccorsi al largo della Libia nonostante l’alt intimato dalla Guardia di Finanza. Ma è ancora stallo sulla nave della ong tedesca. Non è ancora arrivata l’autorizzazione allo sbarco.

Le Fiamme gialle sono salite sulla nave per richiedere i documenti alla comandante Carola Rackete, tedesca di 31 anni. La Finanza ha controllato i documenti della nave e i passaporti dell’equipaggio. “Aspettano istruzioni”, ha spiegato la comandante della nave, circondata in mare da alcune motovedette della Guardia costiera che controllano lo specchio d’acqua. Intanto Carabinieri e Polizia continuano a controllare la banchina del porto.

Si attendono sviluppi per le prossime ore. Ma fino a ieri sera il ministro Matteo Salvini ha tenuto il punto: «Non scende nessuno. A meno che non mi arrivi una comunicazione da Bruxelles e mi dicano che 21 vanno ad Amsterdam e 21 a Berlino, il capitano viene arrestato e la nave sequestrata. In questo caso la chiudiamo qui, nessun problema». «C’è – ha detto Salvini – un’evidente flagranza di reato. Cosa aspetta qualcuno ad emettere un ordine di arresto?».

Le soluzioni possibili, scartando ovviamente l’ipotesi che la Sea Watch si allontani da Lampedusa alla ricerca di un porto diverso, sono al momento due: quella prospettata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, vale a dire un accordo “diplomatico” con l’Ue per la ridistribuzione dei 42 migranti che coinvolga Olanda e Germania, o un provvedimento di sequestro della polizia giudiziaria o dell’autorità giudiziaria che, come già avvenuto proprio per la Sea Watch ma anche per la nave di Mediterranea Saving Humans “Mare Ionio”, consentirebbe di far arrivare l’imbarcazione in porto e far scendere i migranti.

Al momento però, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata formalizzata alcuna denuncia né nei confronti della capitana Carola Rackete, che rischia oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche la contestazione del reato di mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte di una nave da guerra come già successe per comandante e capo missione della Mare Ionio, né dell’equipaggio.

L’indicazione, sempre secondo quanto si apprende, è quella di attendere che la situazione si sblocchi per via diplomatica. Anche se, ragiona una fonte, «l’attesa non può essere infinita».  

Allo stato, infine, non dovrebbe scattare l’arresto per la comandante: dal punto di vista penale, viene fatto notare, la situazione è identica a quelle precedenti che hanno coinvolto sia la Sea Watch sia la Mare Ionio e in nessuno di quei casi sono stati presi provvedimenti analoghi.

Ma intanto mentre la Sea Watch è ancora ferma davanti alla costa di Lampedusa circondata da motovedette, all’alba di stamane sono approdati direttamente in porto altri dieci migranti, presumibilmente tunisini, con un barchino. A bordo della piccola barca anche una donna e un minorenne. I dieci sono arrivati al molo della madonnina, proprio sotto gli uffici della capitaneria di porto. Per i 42 della Sea Watch invece i porti italiani restano chiusi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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