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Gianfranco Pappalardo Fiumara può ricattare ancora: ecco perché il pianista è tornato in carcere

Di Mario Previtera |

CATANIA – Nuovi particolari emergono sui motivi che hanno portato il pubblico ministero Magda Guarnaccia a richiedere al Gip Carlo Cannella, che l’ha accolta, una nuova misura cautelare nei confronti del pianista ripostese Gianfranco Pappalardo Fiumara. Nella richiesta si ritengono ancora “sussistenti le esigenze cautelari che hanno imposto l’adozione della prima ordinanza cautelare”, e il magistrato reiterando la richiesta, ha allegato alla propria istanza ulteriori elementi emersi nel corso delle indagini, svolte in epoca successiva all’arresto operato dai carabinieri della Compagnia di Giarre.

Il parroco di Trepunti, Luigi Privitera, persona offesa, interrogato dal pubblico ministero il 18 giugno scorso, «ha ribadito le dichiarazioni precedentemente rese, allo stesso sono state pedissequamente contestate le discrasie alla propria versione dei fatti introdotte dall’indagato in sede di interrogatorio di garanzia. La persona offesa è stata sempre in grado di dettagliare l’accaduto, con comportamento lineare e logico che è apparso senz’altro in grado di superare la differente versione dei fatti fornita dall’indagato a sua discolpa».

«Durante l’udienza di riesame Pappalardo Fiumara – si legge nella richiesta del Pubblico ministero – ha inteso rendere dichiarazioni spontanee: “in quella circostanza, lo stesso, ha ammesso l’esistenza della relazione intrattenuta con il parroco Privitera, nonchè di avere effettuato una (unica) richiesta estorsiva all’interno della canonica; ha altresì ammesso di avere minacciato la persona offesa di rilevare al Vescovo la natura del loro rapporto, nonchè di mostrare le foto dallo stesso scattate, poichè in preda ad un momento di sconforto scaturito dall’avere scoperto di essere stato ingannato dal parroco Privitera”. Lunedi scorso, 24 giugno, si è proceduto a conferire incarico peritale ad un tecnico, al fine di verificare il contenuto di telefoni, computer ed altri supporti informatici sequestrati all’indagato contestualmente all’arresto operato dai carabinieri della compagnia di Giarre.

Il Pm Guarnaccia a tal proposito cita «l’enorme quantità di contatti giornalmente intrattenuti dal Pappalardo anche attraverso social network e piattaforme informatiche di vario genere ed alla possibilità che, attraverso di esse, il pianista possa irretire e successivamente minacciare ed estorcere altre vittime dei propri comportamenti. Lo stesso del resto ha dimostrato grande capacita di creare relazioni in un brevissimo arco di tempo, creando una escalation di pretese – sessuali ed economiche nei confronti della propria vittima rimasta succube della sua aggressività. Va altresì dato atto di un evidente capacità di ricorrere alla teatralità ed alla mistificazione, attraverso un approccio mellifluo e manipolatore, una manifestazione in tal senso si è avuta in sede di dichiarazioni spontanee rese al Tribunale della Libertà – scrive ancora il Pm Guarnaccia – allorquando, l’indagato, ha ritenuto di potere impressionare il collegio giudicante ricorrendo a crisi di pianto e disperazione alternate allo sfoggio delle proprie capacità e conoscenze, nonché alla manifestazione di negativi giudizi di valore nei confronti dei comportamenti tenuti della persona (da lui) offesa».

Il Gip Carlo Cannella, dal canto suo, nella nuova ordinanza «ribadisce il giudizio di gravità indiziaria nei confronti di Pappalardo Fiumara per le ragioni contenute nell’ordinanza del 9 giugno 2019 per i reati di estorsione consumata e tentata. Il Gip, non concordando con la tesi del Pm «ribadisce invece l’insussistenza del reato di tentata violenza sessuale, non emergendo con chiarezza se il rapporto sessuale fosse legato o meno alla richiesta di denaro. Si ritengono sussistere – a parere del Gip – evidenti esigenze cautelari relative al pericolo di reiterazione delle condotte per cui si procede. E che il pericolo che l’indagato commetta altri delitti nella stessa specie di quelli per cui si procede, deve essere “concreto e attuale”».

«Dall’esame della condotta tenuta dal Pappalardo nei confronti del parroco Privitera – scrive nell’ordinanza il Gip – emerge chiaramente il rischio di una recidiva dell’azione ricattatoria, posta in essere dal Pappalardo il quale in più occasioni ha richiesto somme di denaro al sacerdote».

Il Gip osserva peraltro che, «le modalità del fatto narrate dal parroco e il fatto che sin dall’inizio del rapporto l’indagato avesse video e foto con lo scopo premeditato di ricattare la vittima, indica come modus operandi del Pappalardo il contatto con soggetti vulnerabili allo scopo di estorcere denaro agli stessi, nell’ottica di un rapporto di sottomissione, circostanze emerse nel corso dell’interrogatorio all’udienza di convalida».

Il Gip fa riferimento «alla descrizione del rapporto effettuata dal Pappalardo, dove addirittura il predetto dichiarava che era il sacerdote a volere essere ripreso con video e foto “cosi tu mi tieni in pugno”. E che questo fosse lo scopo del Pappalardo – annota ancora il Gip Cannella – lo dimostra la sua particolare personalità, come descritto dal sacerdote nella sue dichiarazioni e la circostanza dallo stesso indicata che già nel corso del primo incontro avvenuto il 29 marzo».

Secondo il Gip Cannella, appare evidente come «l’escalation delle condotte poste in essere dal Pappalardo Fiumara, consente di ritenere che il predetto è persona socialmente pericolosa, e se non sottoposta ad una misura cautelare, potrebbe ulteriormente contattare il parroco di Trepunti o altre persone vulnerabili e ricattabili allo scopo di sottometterle e costringerle a versare somme di denaro o a sottostare ai suoi voleri con la minaccia di diffondere foto e video compromettenti»”.

Il Gip conclude confermando «il pericolo di reiterazione del reato che appare concreto e attuale e può prevedersi che all’indagato si presenti l’occasione per compiere ulteriori delitti della stessa specie».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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