I soccorsi della Life Support di Emergency: portati in salvo 146 migranti
Un paziente è stato evacuato con l’elicottero della guardia costiera a causa delle sue condizioni mediche
Tra la notte del 6 agosto e la mattina del 7 agosto, la nave Life Support di Emergency ha effettuato due operazioni di salvataggio, portando in salvo rispettivamente 47 e 69 persone. Un paziente è stato evacuato con l’elicottero della guardia costiera a causa delle sue condizioni mediche. Al momento, a bordo della nave della ong ci sono 146 persone, compresi 20 minorenni non accompagnati e quattro donne, di cui una incinta. Al momento la Life Support si sta dirigendo verso il Pos assegnato che è quello di Savona, dove l’arrivo è previsto domenica 10 agosto.
Il secondo intervento della nave di Emrgency ha riguardato una barca sovraffollata, con persone che chiedevano aiuto. «Due persone alla guida dell’imbarcazione avevano il volto coperto - ricostruisce - Jonathan Naní La Terra, capomissione della Life Support -. La nostra mediatrice culturale ha intimato in varie lingue alla barca di fermarsi, ma il guidatore ha ignorato le indicazioni e ha approcciato in modo pericoloso il fianco sinistro della Lifife Support, incitando i passeggeri a saltare sulla nostra nave. Le persone hanno cominciato a saltare per aggrapparsi, mentre molte di loro cadevano in acqua». Il team della Life Support ha subito lanciato salvagenti e dispositivi di galleggiamento di massa dal ponte di comando e calato il gommone di salvataggio, mentre i conducenti dell’imbarcazione si allontanavano con alcuni naufraghi a bordo. La squadra di soccorritori ha recuperato le persone cadute in acqua, inclusa una persona priva di conoscenza, che è stata immediatamente presa in carico dal team medico e che è stata evacuata con un elicottero della Guardia Costiera.
«Le persone soccorse hanno subito diversi traumi fisici a causa della manovra effettuata dalla loro imbarcazione - afferma Marzia Gentile, medical team leader a bordo - il viaggio fino a Savona non farà altro che aumentare le sofferenze che già hanno vissuto prima e durante la traversata in mare».