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Film Commission e quei festival “fast&furious” che si invecchiano per aggiudicarsi i contributi

A fare scoppiare il caso è lo sceneggiatore Andrea Traina, originario di Vittoria, ma da anni trapiantato a Roma

Mario Barresi

16 Settembre 2025, 14:11

film fest

A rendere Meg Ryan un’icona del cinema mondiale, più della scena della tavola calda in Harry ti presento Sally, è la battuta con cui quella stessa scena si chiude: «Quello che ha preso la signorina». A quella frase devono avere pensato molti degli organizzatori dei festival cinematografici siciliani quando hanno visto uscire la graduatoria dei contributi assegnati per il 2025 dalla Sicilia Film Commission, con decreto del 2 settembre 2025. «Prendiamo anche noi quello che hanno preso i colleghi», avrà detto chi si è visto assegnare un contributo inferiore rispetto a eventi meno noti sul territorio.

A fare scoppiare il caso è lo sceneggiatore Andrea Traina, originario di Vittoria, ma da anni trapiantato a Roma. È lui, graduatoria alla mano, a sollevare una perplessità di un certo peso. «Come fa - scrive su Facebook - una manifestazione nata nel 2022 ad aver raggiunto la sesta edizione?». Si riferisce al presunto tentativo di «manipolare perfino il numero di edizioni per rivendicare una “storicità” utile solo a superare la soglia dei bandi pubblici».

Il bando pubblico in questione è quello per la «concessione di contributi a sostegno di festival e rassegne cinematografiche», dell’assessorato regionale al Turismo. I fondi sono gestiti dalla Film commission regionale del dirigente Nicola Tarantino, archiviato nell’inchiesta sulle spese allegre di Cannes sulle quali deve ancora rispondere, assieme ad altri dirigenti, in un fascicolo aperto dalla Corte di conti regionale.
Alla commissione spetta la concessione dei finanziamenti (o la scelta, al contrario, di talune esclusioni), nella quota massima del 60% del costo complessivo della manifestazione e fino a 50mila euro. Scorrendo i nomi degli assegnatari del contributo, alla 15ª posizione si trova il Marzamemi Cinefest, «festival internazionale delle identità del Mediterraneo», al quale vengono attribuiti 34.142 euro. Cioè l’ottavo contributo per entità. Quando leggono questo nome, gli osservatori del settore saltano sulla sedia: il bando prevede, infatti, che uno dei requisiti di ammissibilità al finanziamento sia la «pregressa continuità almeno quinquennale nel territorio». Si può cambiare luogo di svolgimento o soggetto proponente, ma bisogna mantenere «la denominazione dell'evento», si legge nell’avviso pubblico.

Il Marzamemi Cinefest si è appena concluso nel piccolo borgo-gioiello, frazione di Pachino. La locandina riporta che si tratta della sesta edizione. Il sito ufficiale della manifestazione, però, ne racconta quattro: 2022, 2023, 2024 e quest’ultima. Nient’altro. L’edizione 2024, stando a quanto comunicato dalla Pro Loco di Marzamemi, presieduta da Nino Campisi, alla Regione (che per quell’anno offre un contributo, oltre al patrocinio oneroso), è la terza. Nel 2025, però, si passa alla sesta. E, dunque, ai 34mila euro ottenuti in mezzo a festival storici. L’Ortigia Film Festival, alla 17ª edizione, ha ottenuto 40mila euro. Altrettanti il Salina doc festival, di Giovanna Taviani, alla 19ª edizione. Per il Catania Film Fest quella 2025 dovrebbe essere la 14ª edizione: a partecipare al bando anziché un’associazione era stato, quest’anno, direttamente il Comune di Catania. Una mossa forse premiale dal punto di vista dell’attribuzione del contributo, ma costata agli organizzatori l’esclusione dai fondi: la Sicilia Film Commission ha dato dieci giorni al Comune, in dissesto dal 2018, per produrre l’attestazione di regolarità contributiva (Durc) per tutti i suoi dipendenti. Niente Durc, niente soldi. Catania resta a secco.

Supera lo sbarramento, invece, il Messina Opera Film Festival: ottiene 29.711 euro per la nona edizione. La direzione artistica è affidata a Ninni Panzera, per 35 anni segretario generale di Taormina Arte, e l’organizzazione è dell’associazione culturale La zattera dell’arte. Hanno «raccolto l’eredità culturale», si legge sul loro sito, dell’associazione Milani che tra il 1995 e il 2001 ha organizzato il Messina Film Festival. Interrotto per 22 anni e ripreso nel 2023, nel 2024 e, adesso, nel 2025. «La storicità dell’evento è da intendersi come prosecuzione di un progetto artistico-culturale già avviato da tempo», si legge nel bando regionale. Dalla sesta edizione in poi, peraltro, ai proponenti toccano fino a 8 punti che la commissione ha facoltà di assegnare.
Da Messina a Marsala, per un apparente caso di «Quello che ha preso la signorina». Perché, se qualcuno raccoglie un’eredità, allora vuol dire che può farlo pure qualcun altro. Dal 3 al 7 settembre si è svolto Piazza ranne - Marsala film festival. Contributo della Regione: 24.637,30 euro. L’homepage del sito, però, parla chiaro: quella 2025 è la seconda edizione. Anche se l’associazione culturale Stazione utopia, che lo organizza, ha sulle spalle un altro festival cinematografico: il Marsala film festival. Sito irraggiungibile, online si trova traccia della quinta edizione nel 2008 e della sesta nel 2011, «dopo due anni di pausa». Su Cinemaitaliano.info, comunque, la manifestazione risulta «non più attiva».
Per il 2025 e per i prossimi due anni, a disposizione della Film Commission per festival e rassegne ci sono 735mila euro. Delle 29 istanze arrivate entro i termini, 25 hanno avuto accesso al finanziamento. Con l’esclusione del Comune di Catania per la faccenda del Durc irregolare, di un’organizzazione di volontariato di Giardini Naxos (che non ha firmato il patto d’integrità e che dunque ha rinunciato al contributo per il suo festival del cinema dei ragazzi) e di due manifestazioni (un festival e una rassegna) che non hanno raggiunto il punteggio minimo. Per il resto, la commissione ha distribuito tutto quello che c’era da distribuire. E, come nella famosa scatola di cioccolatini di Tom Hanks in Forrest Gump, non si sa mai che contributo può capitare e a chi.