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Operazione Halycon: mafia, massoneria ma anche rapporti con le banche

Di Antonino Ravanà |

Lutri lo tranquillizzava, dicendogli che avrebbe risolto tutto: «Come si chiama questa qua….calmati, calmati, calmati, che ora ci arriviamo».

Come hanno avuto modo di verificare i carabinieri, il mese successivo, esattamente il 6 febbraio – scrivono i Gip di Agrigento e Palermo – Lucio Lutri telefonava a Luigi Miccichè “indicato dai magistrati della Dda di Palermo dipendente di Unicredit, e maestro venerabile della loggia massonica Concordia di Agrigento”, e nel corso del dialogo, in cui interveniva anche Giovanni Mugnos, mette al corrente Miccichè, che all’Unicredit vi era una dipendente «che sta rompendo i …….. abbondantemente. Nel senso che c’è un cliente che paga regolarmente….è da una vita che è sistemato…è correntista ecc. ecc. è questa che è nuova….sta rompendo i …..! Va bene?».

Gli investigatori dell’Arma, ascoltano e registrano, anche il proseguo della conversazione. Il dipendente della banca si sarebbe mostrato subito disponibile ad intervenire e risolvere la questione per accontentare il funzionario regionale e massone: «Io a Palermo….abbiamo una persona cara…capito…che era mio…il presidente di una banca – omissis – che oggi dimissionario, però…capito?….omissis….quindi ora vediamo….lui probabilmente al novanta per cento è a Palermo, io lo chiamo ed è….ed è appartenente a me…è il mio “Oratore”…».

Chiaramente riferendosi ad un altro “fratello massone”, Lutri asseriva di averlo conosciuto: «E io l’ho conosciuto…omissis…bravo, punto….non mi devi spiegare niente….omissis….non mi devi spiegare niente….fermati….fai quello, che devi fare».

Lo stesso Lutri, successivamente telefonava all’ex presidente della Banca di Credito Cooperativo di San Biagio Platani, Salvatore Caldara (anche lui indicato massone dai magistrati della Dda), come hanno avuto modo di intercettare i carabinieri del Ros, e nel corso del dialogo, veniva affrontata la questione relativa al debito di Mugnos.

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