Notizie Locali


SEZIONI
Catania 22°

Cronaca

Dieci anni fa il “Vajont” siciliano ma Giampilieri è tornata a vivere

Di Andrea Rifatto |

GIAMPILIERI – Distruzione, morte, smarrimento. E poi ricostruzione, ritorno alla vita di tutti i giorni, senza quelle persone care che la tragedia ha portato via, verso una normalità di un villaggio che vuole tornare a vivere cerca di recuperare faticosamente, anche se segnato per sempre da una ferita che difficilmente potrò rimarginarsi.

Sono passati dieci anni dall’alluvione che l’1 ottobre 2009 colpì Giampilieri, Altolia, Molino, S. Stefano Briga, Briga e Pezzolo nel comune di Messina e Scaletta Zanclea sulla fascia jonica, provocando 37 morti. Una calamità che ha cambiato l’esistenza di quelle comunità che non potranno mai dimenticare una notte rimasta scolpita nei cuori e nelle menti dei cittadini.

Una bruttissima pagina di storia che gli abitanti sono riusciti a mettere alle spalle rialzandosi con tanta dignità, senza abbandonare paesi e villaggi ma impegnandosi solidali l’uno con l’altro per farli ripartire. A distanza di anni lo scenario è cambiato.

Da borghi seppelliti dal fango a simboli della rinascita. Giampilieri è l’esempio di come in Italia si intervenga sempre dopo per il contrasto al dissesto idrogeologico, ma in questo caso si è operato bene, con lavori imponenti per un totale di circa 75 milioni di euro che, almeno in minima parte, dovevano essere realizzati prima della tragedia del 2009.

Interventi strutturali relativi al collegamento tra il canale di gronda, il canale fugatore e le strutture di raccordo idraulico con il torrente Giampilieri, che garantiscono la funzionalità idraulica dell’intero complesso di opere emergenziali.

Il piano di messa in sicurezza delle aree più devastate dal “Vajont siciliano” del 2009, finanziato dalla Struttura commissariale regionale per l’emergenza ed eseguito tramite il Genio civile di Messina, si è svolto attraverso 30 appalti. Dei primi 22 (per un totale netto di 60 milioni) così come degli 8 successivi (per un ammontare di 15 milioni) hanno beneficiato soprattutto Giampilieri e Scaletta (insieme il 70 per cento degli importi) e poi Altolia, Briga, Santa Margherita.

Il villaggio venne snaturato dall’evento calamitoso di dieci anni fa e forse la mattina dopo in pochi avrebbero scommesso sulla certezza che nella città dei ritardi infiniti si riconquistasse il traguardo della sicurezza e allo stesso tempo della rinascita, derivante dal fatto che tutte le opere previste per ridare serenità alla vita delle persone sono state realizzate.

Ma la scommessa è stata vinta da chi ci ha sempre sperato. Piazza Pozzo è diventato oggi il cuore e il simbolo del villaggio ricostruito, che vuole lasciarsi il passato alle spalle e desidera rimettersi in gioco. Ma il ricordo è doveroso e per non dimenticare quei giorni della tragedia e commemorare l’anniversario dell’alluvione, le amministrazioni comunali di Messina e Scaletta hanno organizzato una serie di eventi, coinvolgendo cittadini, studenti, comunità religiose, che culmineranno nelle celebrazioni di martedì 1 ottobre.

Il ricordo di Musumeci. «Nel decimo anniversario dell’alluvione che ha colpito la riviera Sud di Messina, desidero rivolgere un commosso pensiero alle trentasette vittime innocenti. Il pesante bilancio di quel giorno deve servire da monito e da sprone per ciascuno di noi chiamato a compiere ogni sforzo per evitare il ripetersi di tragedie simili. Ai familiari va il mio abbraccio affettuoso, a nome di tutta la comunità siciliana». Lo ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci, a margine della cerimonia commemorativa a Scaletta Zanclea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA