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Catania, sgominata banda di ladri d’arte: ritrovata la Biga di Morgantina

Di Redazione |

CATANIA – Un elicottero sorvola il cimitero di Catania, aggancia la Biga di Morgantina, gruppo realizzato in bronzo nel 450 avanti Cristo del peso di una tonnellata posta sulla volta di una cappella gentilizia privata del cimitero monumentale di Catania, e poi la appoggia su un camion, fatto entrare dopo avere forzato uno dei cancelli d’ingresso, che la porta via. Sembra la scena di un film o l’avvio di un’opera di restauro. E’ invece la trama, autentica, di un furto avvenuto nel giugno del 2017 con una tecnica resa possibile grazie alla complicità di un sorvegliante del cimitero di Catania. A svelare la dinamica dell’incredibile furto sono state le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno ritrovato la statua di bronzo, dal valore di circa 1,5 milioni di euro, recuperata in uno scavo di fine ‘800 nella zona archeologica di Morgantina, che era stata “divisa” in due: la biga in un garage di Aci Catena, nel Catanese, i due cavalli in una stanza “segreta” in una villa di Piazza Armerina, nell’Ennese, in uso a un antiquario della zona. Il ritrovamento è avvenuto il 17 dicembre del 2018, ma la notizia è stata tenuta nascosta perché l’inchiesta che era ancora in corso.

I carabinieri, sulle tracce della Biga di Morgantina dopo avere avviato indagini su una banda di rapinatori, sono intervenuti in tempo perché un “mediatore” tedesco era in azione per comprarla e portarla all’estero. Seguendo lui i militari dell’Arma sono riusciti a scoprire la statua rubata. Le indagini, durate dal 2018 al 2019 e coordinate dalla Procura di Catania, hanno preso spunto da un assalto, il 16 aprile 2018, a un centro scommesse di San Giovanni la Punta, che fruttò oltre 17.000 euro. E sono culminate con l’arresto di 17 persone indagate, a vario titolo, per rapina, estorsione, ricettazione e furto di opere antiche. L’inchiesta, secondo i magistrati, ha «consentito di sgominare un gruppo criminale ad elevata pericolosità sociale£ che operava nelle province di Catania, Enna e Siracusa.

Tra loro i ladri della Biga di Morgantina – secondo l’accusa Rosario Celestri, Francesco Corio e Giovanni Messina – recuperata prima che potesse essere venduta al mercato nero delle opere d’arte. Sono stati gli stessi autori del furto, intercettati, a ricostruire la dinamica dell’operazione illegale, realizzata con un complice interno al cimitero, Tommaso Salvatore Tasco, dirigente comunale con mansioni di sorvegliante. Accusato di avere ‘finanziatò il furto è indagato per ricettazione con altre otto persone che, divise in due gruppi, stavano cercando di vendere la prezioso statua, con trattative segrete e cercando di ‘fregarsì tra loro il potenziale milione di euro da “incassare”. Tutto interrotto dai carabinieri del comando provinciale di Catania.

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