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Catania, l’incredibile furto della Biga di Morgantina che nessuno ha mai denunciato

Di Redazione |

CATANIA – La storia dell’incredibile furto della Biga di Morgantina dal Cimitero di Catania è davvero misteriosa. La scultura bronzea è stata ritrovata dai carabinieri di Catania che questa mattina in una operazione hanno assicurato alla giustizia 17 persone accusate di rapine e furti d’arte tra i quali anche quella della Biga di Morgantina, che sarebbe sparita dal Cimitero monumentale di Catania soltanto due anni fa, quando teoricamente il Cimitero era già controllato da sistemi di videosorveglianza. Ma la sparizione di quella che pare sia un’opera di inestimabile valore è davvero un giallo.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la Biga di Morgantina, struttura in bronzo che risale al 450 avanti Cristo, è stata rubata nel giugno del 2017 con un elicottero dalla volta della cappella della famiglia Sollima del cimitero monumentale di Catania. Sarebbero stati gli indagati, intercettati, a ricostruire la dinamica dell’operazione illegale, realizzata con un complice interno al cimitero.  Una volta imbragata la biga è stata sollevata con elicottero e poi poggiata su un camion. Successivamente è stata divisa: la carrozza è stata nascosta in un garage nel Catanese, i due cavalli occultati in una stanza “segreta” realizzata in una villetta privata dell’Ennese.

La biga bronzea ellenistica unica al mondo di Glaucas, bronzista di Egina, isola della Grecia, sarebbe stata donata a Gerone 2°, tiranno di Morgantina, che qui regnò nel 3° sec. a.C. La preziosa biga, che mostra due cavalli al galoppo con criniera al vento, con dietro un cocchio interamente decorato a rilievo, è stata scoperta da Salvatore Cosentino di Mirabella Imbaccari, scrittore 85enne che al suo attivo ha 34 libri, che tanto studio e ricerche ha dedicato alla preziosa opera. Cosentino, che attende la pubblicazione di uno studio inedito sull’intera storia della Biga, racconta che venne a conoscenza della biga tramite lo scienziato di chirurgia plastica siculo-americano prof. Joseph Caltagirone, di origine aidonese, che, negli anni ’50, contribuì, con i suoi finanziamenti, alla scoperta di Morgantina.

Il gruppo criminale dalla vendita dell’opera bronzea sperava di potere realizzare due milioni di euro.  Le indagini dei carabinieri, durate dal 2018 al 2019 e coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, hanno preso spunto da una rapina che fruttò oltre 17.000 euro commessa il 16 aprile 2018 in un centro scommesse di San Giovanni la Punta. E hanno permesso di sgominare, sottolinea la Procura, «una banda bene organizzata, di consolidata esperienza criminale ed elevata pericolosità sociale, dedita a furti e rapine nelle provincie di Catania, Enna e Siracusa».

L’attività investigativa ha consentito di recuperare, in due fasi temporali diverse, le componenti dell’antica biga bronzea di Morgantina, del valore stimato di 1.500.000 euro. La successiva identificazione degli autori del furto e di coloro i quali ne hanno gestito l’occultamento e l’intermediazione per la vendita, ha consentito l’individuazione del potenziale acquirente di nazionalità tedesca. Seguendo lui i militari dell’Arma hanno scoperto l’esatta ubicazione dei luoghi dove l’opera era stata nascosta dopo essere stata “divisa”.

Le indagini hanno permesso inoltre, osserva la Procura di Catania, di «porre un freno al crescente fenomeno dei furti e rapine ai danni di attività commerciali da parte del gruppo criminale» e di individuare, tra gli altri, un dipendente infedele della banca Monte dei Paschi di Siena, Gianluca Costantino, 44 anni, posto agli arresti domiciliari, e di un sorvegliante del cimitero monumentale di Catania, Agatino Tommaso Tasco, di 54, condotto in carcere, nell’ambito delle indagini sul furto della biga di Morgantina.

Eppure di questo misterioso furto se ne sa ancora ben poco. E pare non ci sia traccia di denunce. In una intervista trovata nei nostri archivi l’allora dirigente dei servizi cimiteriali ing. Fabrizio D’Emilio (ricordiamo che parliamo di soli due anni fa) disse: «A noi non risulta un furto recente e tantomeno di quella portata. Nè il nostro personale nè i vigili urbani ci hanno saputo riferire ancora nulla in merito. Pensiamo si tratti di qualcosa avvenuta molto tempo fa, molto difficile da chiarire. E qualunque indagine – continua – presuppone il fissare un momento preciso dal quale partire. Tuttavia – concluse il dirigente, anche in riferimento alla segnalazione – se c’è qualcuno che ha prove documentate e datate sulla presenza e sulla sparizione del complesso bronzeo, si faccia avanti».

Cioè, scompare una scultura bronzea di dimensioni e peso imponenti dal cimitero monumentale e nessuno se ne accorge? A rendere noto il furto della grandiosa biga con cavalli annessi è stato un cittadino aidonese, Luigi Arena, dell’associazione Amici del Parco di Morgantina che ha informò l’Archeoclub di Aidone e le amministrazioni locali, compreso l’allora sindaco Enzo Bianco, che avrebbe fatto eseguire un sopralluogo dei vigili urbani.

Dell’incredibile furto della Biga si è occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto? «Il custode del cimitero – raccontò Arena – mi ha riferito che la biga è stata trafugata meno di due mesi fa nel periodo in cui, nei pressi della cappella Sollima, si stavano realizzando dei lavori. Mi riferisce il custode che probabilmente nessuno ha sporto denuncia perché la cappella versa in stato d’abbandono. Purtroppo un probabile altro tesoro di Morgantina si è volatilizzato nel nulla».

Arena venne preso quasi per pazzo, la tesi di molti (compresi appunti i dirigenti del cimitero) era che la biga fosse stata trafugata ma all’incirca alla fine degli Anni ‘90, o all’inizio del decennio successivo quando la stagione delle predazioni al cimitero era al culmine anche perchè era crollata parte del muro di recinzione permettendo così un facile accesso. Anche se svellere la pesante biga con cavalli – per di più con l’ausilio di un elicottero – deve essere stata operazione lunga e rumorosa difficilmente passata inosservata.

Ma al cimitero succedeva e succede di tutto. Sempre in quegli anni è stato asportato dalle cappelle nobiliari tutto ciò che era possibile. 

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