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Catania, pistolettate alle gambe: forse punito per uno sgarro

Di Concetto Mannisi |

CATANIA – Alba movimentata, quella di ieri, al Policlinico di via Santa Sofia. Poco dopo le cinque del mattino, infatti, trasportato da un’ambulanza del 118, è arrivato al pronto soccorso il ventiquattrenne Salvatore Consoli, che poco prima era stato ferito da un colpo d’arma da fuoco, esploso al suo indirizzo da un pistolero rimasto, almeno per il momento, senza nome.

Consoli, che al momento del ricovero si sarebbe dimostrato tutt’altro che lucido (anzi, pare fosse in stato di ebbrezza), presentava il foro di entrata di un proiettile a una gamba e una certa reticenza a farsi “trattare” dal personale in servizio, che per questo motivo, vista anche la mole del giovane, ha dovuto faticare non poco per sedarlo. Poi, una volta ultimata tale operazione, si è proceduto a intervenire sulla ferita, comunque non grave. Ciò mentre venivano fatti convogliare sul posto gli investigatori della squadra mobile, i quali hanno appurato che il ferito indossava il braccialetto elettronico proprio di chi si trova ristretto agli arresti domiciliari.

I poliziotti hanno provato ad acquisire qualche elemento per chiarire i contorni della sparatoria, ma pare non abbiano avuto grande collaborazione da parte del Consoli. Il quale, in ogni caso, ieri mattina “non doveva morire”: possibile sia stato il destinatario di un avvertimento, oppure che sia stato gambizzato per uno sgarro o, ancora, nell’ambito di una discussione (in effetti presentava qualche segno di colluttazione) in cui il pistolero ha agito d’impeto, ma col preciso obiettivo di lasciare in vita la vittima.

Consoli non è nuovo alle cronache. Nel settembre dello scorso anno era stato arrestato dai carabinieri perché in via Archimede aveva bloccato uno studente universitario che procedeva a bordo di una Renault Modus e, dopo avere aperto lo sportello di quel mezzo, menando calci e pugni aveva costretto la vittima a scendere dall’autovettura e ad allontanarsi.

Fortuna dello studente che da via Archimede passò una “gazzella”, il cui equipaggio raccolse la denuncia e si mise alla ricerca della Modus effettivamente intercettata in viale Nitta, a Librino. Non fu facile ricondurre alla ragione il Consoli, che però alla fine venne arrestato per rapina aggravata dell’auto e resistenza a pubblico ufficiale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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