Il caso
Ticket di 5 euro per visitare i Crateri Silvestri sull'Etna ed è polemica
Proteste di guide, Cai e amministrazioni tra sicurezza, tutela del patrimonio e ruolo del Parco
La versione 2025 del famoso «un fiorino» del film «Non ci resta che piangere» è «cinque euro». Tanto costa entrare ai Cratere Silvestri dell’Etna da giovedì 2 ottobre. Una decisione presa dal gruppo Russo Morosoli (lo stesso di Funivie dell’Etna) che nel 1997 ha acquistato quella porzione del vulcano. «Un sito che è sempre stato di libera fruizione e che da un giorno all’altro diventa a pagamento non può che generare forti perplessità. I Silvestri sono il primo approccio per i turisti, per cominciare ad assaporare l’atmosfera e della bellezza dell’Etna», afferma Giuseppe Riggio, presidente del CAI di Catania.
Oltre che tra i frequentatori dell’Etna, la faccenda del biglietto d’ingresso ha fatto un certo scalpore tra le guide naturalistiche, il cui lavoro, di fatto, rende più agevole la fruizione del vulcano ai turisti. La protesta monta, circola sui gruppi Facebook e WhatsApp. Alcuni starebbero cercando di capire se si possa chiedere l’intervento del Parco dell’Etna e delle istituzioni. «Io non ne sapevo niente, ho appreso del ticket giovedì sera e ho chiesto al Parco la convocazione di una seduta urgente del Consiglio dei sindaci», afferma Angelo Pulvirenti, primo cittadino di Nicolosi, nel cui territorio ricadono i Silvestri. «Rispetto la proprietà privata - continua - ma l’Etna è patrimonio dell’Umanità e come tale bisogna trattarlo. I Silvestri sono uno dei punti più apprezzati». Si stima un milione di visitatori l’anno.
Secondo quanto risulta a La Sicilia, all’Ente Parco non sarebbero arrivate richieste di autorizzazione né notifiche della decisione di prevedere un biglietto. Attualmente, poi, la governance è azzoppata: poche settimane fa l’assessora all’Ambiente Giusi Savarino ha indicato Massimiliano Giammusso (Fratelli d’Italia, sindaco di Gravina di Catania) come nuovo presidente, ma la nomina non è ancora efficace. «Quando mi insedierò prenderò in mano anche questo fascicolo», afferma Giammusso. Manca anche il direttore al Parco, che finora è stato gestito, dal punto di vista amministrativo, da una reggente.
«L’Etna è grande e c’è spazio per tutti - replica l’imprenditore Francesco Russo Morosoli - Ci sono mille crateri spenti visitabili come i Silvestri, a qualsiasi quota e in qualsiasi versante». E loro sono stanchi di preoccuparsi per gli incidenti o di dovere ripulire l’immondizia: «Ad aprile abbiamo iniziato un presidio per l’incolumità dei turisti e abbiamo informato tutti gli operatori che li accompagnavano che ci sarebbe stato, da lì a breve, l’accesso regolamentato. Non comprendiamo quindi le affermazioni lette sui social relative alla mancata informazione. Ci sembra più un pretesto di chi, per amore della sua tasca, vendeva a caro prezzo una escursione in “casa di altri” e adesso deve pagare 5 euro».
È sull’Ente Parco che punta inoltre il dito Russo Morosoli: «Per la valorizzazione, il sito è stato oggetto di approfonditi studi realizzati con l’Università di Catania, confluiti poi nel progetto, unico in Italia, di un Living lab». Il progetto esecutivo, prosegue l’imprenditore, «è stato depositato al Parco dell’Etna per un suo eventuale coinvolgimento operativo, per le autorizzazioni, per le opere di adeguamento e abbattimento delle barriere architettoniche, sin dal 27 novembre 2023». Ma a oggi, conclude, «non è stato neppure istruito».