Il pellegrinaggio
Fiori e pensieri per Paolo La “gente della notte” sul luogo dell’omicidio
Una settimana dopo l’assassinio all’Olivella si riparte nella nuova “zona rossa” rendendo omaggio al ragazzo
È l’epicentro dello scoppio che una settimana fa ha travolto Palermo. Ed è diventato una delle zone rosse istituite su iniziativa del ministero dell’Interno dopo l’omicidio di Paolo Taormina, avvenuto nel suo locale O Scrusciu dopo una rissa. Il quartiere di fronte al Teatro Massimo, da ieri, è anche un luogo di “pellegrinaggio” per rendere omaggio al giovane.
Proprio O Scrusciu è il posto da cui iniziare l’esplorazione della movida ferita a una settimana dal delitto. Camionette di polizia e pattuglie dei carabinieri riempiono il quartiere fin dal pomeriggio e in prima serata gli agenti piazzati a ridosso del marciapiede osservano il passaggio di curiosi proprio dal locale della famiglia Taormina, sotto sequestro per le indagini ma con tavoli e sedie ancora sotto il porticato.
Davanti all’entrata un enorme cuore composto con i fiori rende omaggio a Paolo, con accanto un registro e una penna per chi vuole lasciare un pensiero. I palermitani arrivano a piccoli gruppi, si fermano a guardare la ghirlanda, qualcuno tira fuori lo smartphone e, cercando le immagini del delitto diffuse dagli investigatori, cerca di ricostruire le posizioni esatte di quella notte; qualcun altro apre una videochiamata. Intorno, nei locali di via Bara all’Olivella e via dell’Orologio di solito molto chiassosi, le voci si abbassano, e in piazza Olivella si sente solo il rumore dei passi.
Un intero lato della piazza è ricoperto di striscioni che ricordano Paolo Taormina, mentre una pattuglia piazzata davanti a un ingresso controlla i documenti ad alcuni passanti. L’unico luogo animato è il tratto di via Maqueda davanti al Massimo. Lì la folla è quella di sempre.
C’è però un’altra zona in cui a un certo punto la folla diventa quella di sempre, ed è proprio O Scrusciu. Dove i curiosi diventano tanti che si siedono ai tavoli, li riempiono, si guardano intorno come aspettando che arrivi qualcuno a prendere le ordinazioni. È una stranissima movida a locale chiuso, con tanto di venditore di rose che si mette in un angolo e dopo che una ragazza lo caccia via dicendogli che è “una situazione delicata” torna poco più distante e inizia a fare affari, vendendo fiori a chi li vuole lasciare davanti al locale.
Nel giro di poco O Scrusciu diventa punto d’aggregazione, con moltissime persone che fanno come in chiesa, si mettono davanti alla foto di Paolo a pregare in silenzio e poi vanno via facendosi il segno della croce.
Arriva anche una piccola scena di tensione. Sulla folla dimessa ma numerosa arriva a folate la musica di un locale vicino. Una ragazza si lamenta chiedendo rispetto, «c’è stato un morto, non si può togliere la musica?», e la donna che gestisce il locale aperto grida: «Cosa è diventato qui, un luogo di culto?».
La musica si sente comunque, arriva da via Cavour, dove qualcuno si sente libero di alzare il volume delle casse. Gli agenti di polizia e i carabinieri osservano ma la situazione non è così tesa da richiedere il loro intervento. Nel frattempo qualcuno prova a sedersi negli altri locali, ma l’Olivella almeno stasera è diventata più un punto di passaggio che un luogo dove fermarsi. Le uniche persone sorridenti come sempre sono i turisti nei vicoletti in cui si mangia, molto probabilmente arrivati dopo il delitto. Loro sono gli unici che non sanno della cicatrice di Palermo.