Il caso ad Augusta
I medici a donna incinta: «Vada a casa a fare la doccia». E lei partorisce in bagno e fa scattare la denuncia
Angelika 29 anni, alla 39esima settimana di gestazione era andata in ospedale, a Lentini, per le forti contrazioni
Quello che è stato un lieto evento sarebbe potuto trasformarsi in tragedia per un caso di presunta malasanità se non fosse stato per la prontezza dei genitori della bimba venuta alla luce in un’abitazione di Augusta, in bagno anziché in ospedale. Angelika 29 anni, il 17 ottobre scorso in tarda sera, incinta di 39 settimane si è recata all’ospedale di Lentini in seguito a forti contrazioni, ma è stata dimessa dopo due ore. I medici le hanno consigliato di fare una doccia calda e così la giovane donna ha fatto. Poco dopo ha accusato forti dolori e le contrazioni sono aumentate. Dopo aver chiamato l’ambulanza il marito, Filippo Saraceno, ha dovuto assistere la moglie nel parto che è avvenuto nel bagno della loro casa. Così è nata Gloria.
All’arrivo dell’autoambulanza la neo mamma e la bimba sono state trasferite in ospedale, fortunatamente in buona salute. Ma non era scontato che questa fosse una storia a lieto fine e i genitori sono intenzionati a sporgere denuncia contro l’ospedale, dove oltretutto i sanitari avrebbero certificato la nascita all’interno dell’ospedale, ma la mamma e il papà di Gloria (già genitori di Victoria di 3 anni) si sono opposti pretendendo che risulti che la loro figlia sia venuta alla luce ad Augusta.
Dal 2012 non nascono più bambini al Muscatello, privato in quell’anno del reparto di ginecologia e ostetricia che è stato trasferito nel presidio ospedaliero di Lentini. Da allora questo è il terzo caso in cui accidentalmente augustani vengono al mondo nella loro città. Il primo avvenne in autoambulanza nel territorio megarese, il secondo nel salotto di casa e ora Gloria che la lasciato il grembo materno mentre Angelika si trovava in bagno. Ai genitori, pur felicissimi per la nascita della loro bimba, resta l’indignazione per quello che sarebbe potuto accadere. Mamma e figlia hanno rischiato la vita per presunta negligenza del personale sanitario dell’ospedale a cui si sono rivolti, che si è giustificato sostenendo che, al momento delle dimissioni, tutto faceva pensare che la nascita non sarebbe stata imminente.