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l'inchiesta su cuffaro
Gli interessi per gli appalti della protezione civile. Cuffaro: «A Cocina glieli avete dati i soldi...»
Dalle carte della Procura di Palermo emergono pure i contatti dell'imprenditore Capizzi con il dirigente della protezione civile, tramite l'ex governatore. E si parla di una presunta mazzetta
Casa Cuffaro tra il 2023 e il 2024 è frequentata da Giuseppe Capizzi. L’imprenditore edile di Bronte, da non confondere con l’omonimo sindaco di Maletto (sono cugini), cerca l’intercessione dell’ex governatore per poter ottenere favori - leggasi “appalti” - da Salvatore Cocina, capo della Protezione Civile Regionale.
«Dobbiamo mettere sotto quella testa di minchia di Cocina, Totò...». Dalla lettura delle tante intercettazioni nelle mani dei carabinieri del Ros, si fa riferimento a una somma di denaro consegnata a Cocina: «Sì, ma gli avete dato i soldi, picciotti», dice Cuffaro.
Il capo della protezione civile, insomma, avrebbe intascato il denaro ma non avrebbe però risposto alle richieste del duo Cuffaro-Capizzi. Il leader della DC, da navigato uomo di mondo, però rimproverava l’imprenditore brontese di aver peccato di ingenuità. Mai dare i «piccioli» prima di aver ottenuto l’aiutino: «I cioccolati quando sono buoni, uno se li deve mangiare non che li deve dare...».
Seguono telefonate, altri incontri. Ma fino ad aprile Cocina («crasto») sarebbe stato inadempiente. A quel punto, con molta prudenza, è organizzato un appuntamento con il segretario di Cuffaro Vito Raso, Capizzi e Cocina. Che è stato monitorato dai carabinieri per riscontrare quanto emerso dalle captazioni. Che Cocina fosse uno dei «burocrati» a servizio del comitato di Cuffaro viene fuori da una conversazione fra l’ex governatore e il suo segretario inerenti i modi di poter sviare eventuali indagini e perquisizioni. «Hai fatto cose con Cocina ultimamente tu?...zero!...zero!». Citazione troppo precisa per essere solo una coincidenza.