Le carte del Ros
Il “regime” cuffariano nella sanità fra manager amici e clientelismo
Il feudo di potere dell’ex governatore: «Due strutture rispondono a noi». Il pressing per il concorso: «Ne abbiamo cinque». E la segnalazione sessista: «Bona e brava».
Un’operazione chirurgica per «fare bene alla Democrazia Cristiana». Il “sistema Cuffaro” si muoveva sfruttando le poltrone di nomina politica al fine di alimentare un clientelismo che pare non avere fine in Sicilia. «Ho l’elenco: ho quattro nomi, anche cinque», diceva l’anno scorso Totò Cuffaro al manager «amico» Roberto Colletti, dopo il suo insediamento al Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Le oltre mille pagine dell’informativa dei carabinieri del Ros sono la sceneggiatura di un film già visto, dove la meritocrazia perde miseramente davanti a raccomandati e segnalati. Con tanto di lista di nomi affiancati dal padrino politico di turno. Per far funzionare il sistema, l’ex leader della Dc - ieri ha rassegnato le dimissioni - ha piazzato i suoi uomini nei ruoli strategici della sanità. Così Totò vasa vasa sarebbe riuscito a collocare tre amici «ad Enna, Siracusa e Palermo». E due di loro (Alessandro Caltagirone e Colletti) sono finiti sotto indagine assieme a Cuffaro. «Il settore della sanità era indubbiamente- annotano i carabinieri del Ros - uno di quelli nei quali maggiormente si radicavano gli interessi di Cuffaro attraverso manovre finalizzate a collocare nei posti chiave figure di assoluta fiducia che, in prospettiva, sarebbero tornate utili per soddisfare le richieste dell’ex governatore e del suo gruppo».
Per i pm palermitani, guidati da Maurizio de Lucia, le manovre di creazione del “feudo” cuffariano sarebbero passate da un pranzo ad Alcamo dove si sarebbe riunito il «gotha» della sanità, come lo ha definito Vito Raso, indagato e strettissimo collaboratore del già presidente della Regione. L’organizzatore del “summit” sarebbe stato Francesco Domenico Regina, con un passato in politica e ruoli nel comparto sanitario. Il pranzo sarebbe stato «riservato» agli esponenti della «sanità di Palermo». Ad Alcamo sarebbe arrivato il discusso dirigente della sanità Salvatore Iacolino. E, naturalmente, pure Salvatore Cuffaro. Da lì, quindi, sarebbe stato creato quello che una direttrice del Villa Sofia ha definito il «regime cuffariano». Lei era stata rimossa dalla Commissione per il concorso degli Oss, operatori socio-sanitari, finito al centro delle accuse per cui è stato chiesto l’arresto di Cuffaro, che tra pochi giorni sarà davanti al gip per l’interrogatorio preventivo. Al posto della donna era stato messo Antonio Iacono «l’anestesista».
Cuffaro faceva un preciso discorsetto a Colletti, il Dg del Villa Sofia-Cervello che si è dimesso qualche mese fa dopo le polemiche per un caso di malasanità. Totò presentava l’elenco: «Noi altri ne abbiamo cinque». Che, annotano gli investigatori, corrispondono a un terzo dei posti messi a bando. Ogni nome era «abbinato» al «segnalante». Ed è qui che arrivava un commento maschilista e sessista: «Perché ce n’è una di Carmelo Pullara (democristiano agrigentino) che ci tiene assolutamente come la morte… che è brava… bona e brava». Poi la lista continuava: «Una è una persona che interessa a me, perché è la mia vicina di campagna lì a Sant’Elia. L’altra... il nipote di…». Gli investigatori hanno fatto precisi approfondimenti sul “nominificio”. A un certo punto compariva un candidato che ha lo stesso cognome dell’ex governatore. Con Colletti pareva non farci caso più di tanto, ma quando discuteva con Iacono della Commissione mostrava i suoi «turbamenti». Ma poi passava agli ordini: «Comunque i primi tre sono indispensabili, ah. Quella te la prendi». E parlando della segnalata di Pullara (Cuffaro ripeteva il commento sessista) si scopriva che «aveva già fatto la prova scritta».
La «regola dell’elenco» sarebbe stato copiato anche per altri settori d’interesse di Cuffaro. L’ex leader democristiano, contattato da Colletti, gli chiedeva di inviargli «l’elenco degli 11, dove c’erano i più bravi, dei 49 (relativi alla graduatoria pubblicata dei 49 manager idonei per la Regione Sicilia, ndr), il terzo elenco e anche quello dell’Istituto Zooprofilattico». Cuffaro voleva allargare il “regime”.