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scioglimento per mafia

Paternò, la Chiesa scende in campo: «Santa Barbara si farà, ma la politica ora rifletta»

Comunità sotto shock dopo il provvedimento. «Una macchia indelebile, c'è una responsabilità politica ma il problema tocca l'intero tessuto sociale»

22 Novembre 2025, 07:50

santa barbara paternò

Una città provata, demoralizzata che non ci sta ad essere etichettata come mafiosa. Appare così Paternò, all'indomani della notizia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, da parte del Consiglio dei Ministri, dei suoi organi elettivi.

La città, orfana, cerca punti di riferimento, cerca qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi che le possa permettere di risollevarsi, di svegliarsi da un incubo, di affrontare una dolorosa situazione che in passato ha sfiorato ma che non aveva mai realmente conosciuto.

A voler dare una scossa a Paternò è il mondo della Chiesa cattolica. Il clero e il vicario foraneo, don Salvatore Alì, accendono una luce nel buio pesto che ha investito la città, in un momento tra l'altro particolare, a pochi giorni dalle feste patronali, in programma ad inizio dicembre. Ed eccoli i sacerdoti paternesi che in una nota diffusa alla stampa dicono: «La notizia dello scioglimento del Consiglio Comunale e dell’intera Amministrazione ci rattrista molto, perché getta una macchia indelebile sulla nostra amata Città. Il fatto stesso di essere arrivata nei giorni in cui ci si prepara alle festività della nostra Santa Patrona è un’ulteriore umiliazione per questa Città che non meritava di arrivare a questo. La preparazione della festa è ormai avviata e non si può non farla, ma certamente non potrà esserci un clima di festa come gli altri anni – si legge ancora nella nota del clero paternese -. Desideriamo ribadire il desiderio della Chiesa di mettersi a servizio della società civile incoraggiando l’impegno e la partecipazione da un lato, dall’altro richiamando una visione alta della politica a servizio del bene comune, di cui c’è tanto bisogno.»

E poi la richiesta alla politica di fare un mea culpa, di guardare agli errori commessi: «Invitiamo a riflettere sulle cause profonde della crisi che ha portato allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale: al di là delle responsabilità delle persone e dei gruppi politici che hanno amministrato la città, che pure vanno evidenziate – dicono ancora i sacerdoti nella lettera - vi è, a nostro avviso, una dimensione più profonda, che tocca l’intero tessuto sociale. Urge una presa di coscienza da parte dell’intera cittadinanza della necessità di una partecipazione e di un dibattito aperto sul futuro della città».

Intanto, ieri mattina, luci spente nella stanza del sindaco al palazzo comunale di Piazza della Regione, mentre è rimasto chiuso il portone di Palazzo Alessi, sede del Consiglio comunale. Nessun commento da parte degli assessori, neanche sui loro profili social. Tacciono anche la stragrande maggioranza dei consiglieri comunali. Poca la voglia di parlare tra chi sapeva che questo sarebbe accaduto, un suicidio che non si è voluto materialmente evitare. A tornare a parlare è, invece, il sindaco Nino Naso che affida il suo pensiero ad una nuova nota. Questa volta nessuna accusa all'opposizione politica o alla macchinazione contro la sua giunta, ma un pensiero più intimo e riflessivo, dove Naso parla di aver operato sempre nel rispetto della legge, respingendo qualsiasi accusa di illegalità.

«Ho appreso, con profonda amarezza, della mia decadenza dalla carica di Sindaco a seguito dello scioglimento del Comune di Paternò disposto dalle autorità competenti – scrive Naso -. È un momento doloroso, che mai avrei immaginato di dover vivere alla guida della nostra comunità. Desidero però parlare con il cuore in mano ai cittadini che mi hanno dato fiducia. In tutta la mia esperienza amministrativa ho servito la mia città con onestà, con rispetto per la legge e con un impegno totale per il bene comune. Non ho mai avuto, né ho ora, alcun legame con ambienti mafiosi o con qualunque forma di illegalità. Non guarderei negli occhi le mie figlie e i miei nipoti, tanto meno mia moglie. Chi mi conosce sa che la legalità è sempre stata per me un principio non negoziabile. Accolgo questo provvedimento con senso istituzionale – dice ancora Naso -, ma porto dentro di me la speranza che gli accertamenti possano presto restituire la verità e l’onore del lavoro svolto. Ai cittadini paternesi, che sono la forza viva di Paternò, rivolgo un ringraziamento sincero. Continuerò a camminare al loro fianco, da semplice cittadino, con la stessa passione con cui ho cercato di guidare questa città».