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Società Aretusacque tra ritardi e richiami alle responsabilità

Convenzione Ati-gestore ancora al palo. Gradenigo ricorda i progetti

25 Novembre 2025, 07:55

Società Aretusacque tra ritardi e richiami alle responsabilità

Tre ricorsi che rischiano di causare un ritardo importante all’avvio della stagione del gestore unico del servizio idrico integrato (e che potrebbero essere branditi da chi ritiene di poter trarre giovamento politico da questa “minaccia”); la firma della convenzione tra Ati e la società pubblico/privata Aretusacque che si trascina e, data per certa entro il 21 novembre, in realtà non è ancora arrivata (oggi assemblea Ati e Consiglio di sorveglianza che potrebbe essere decisiva). E ancora, retroscena politici che narrano di voci bluff sull’inconferibilità di alcune nomine nel Consiglio di sorveglianza del futuro gestore unico, tirate fuori per giustificare eventuali subentri, ma smentite a norma di legge: movimenti che certificano, comunque, il tentativo di usare le nomine in Aretusacque come strumento per il riassetto degli equilibri politici in provincia.

Ecco, tutto questo spiega il ritardo verso l’obiettivo che il territorio attende: l’affidamento del servizio idrico integrato a un gestore unico per l’intero ambito provinciale, precondizione necessaria all’avvio di una fase di investimenti sulla rete più colabrodo d’Italia, e a mille altre decisioni da prendere in fretta. Non ultima, quella della gestione del depuratore Ias, con l’ipotesi di collettamento dei reflui civili di Siracusa, Floridia e Solarino (oltre a Priolo e Melilli). Non a caso la Regione, titolare del sito e che dovrebbe essere protagonista degli interventi necessari all’impianto, attende alla finestra che la convenzione Ati-gestore venga stipulata e avvii la fase operativa di Aretusacque, per avere finalmente un interlocutore. In uno scenario di ritardo un richiamo alla responsabilità. È quello dell’ex assessore al Servizio idrico, presidente di Lealtà e Condivisione, Carlo Gradenigo. «Serve la redazione del progetto esecutivo per riportare l’acqua potabile a Siracusa (progetto obbligatorio contenuto nel contratto del gestore attuale, Siam). E attuare gli obiettivi del Piano d’ambito, ossia l’affinamento dei reflui di Siracusa per il riuso agricolo: un sistema che nel 2026 consideri ancora l’acqua reflua come semplice rifiuto da allontanare in mare, rischia di risultare fuorilegge nei primi dieci anni di esercizio. Stiamo per affidare un servizio per i prossimi 30 anni: non possiamo più permetterci di sprecare tempo e risorse economiche».