lavoro e ambiente
Ias, un nodo giudiziario e industriale: «Serve un pronunciamento subito»
Tra l’attesa della decisione della Procura sul presunto disastro ambientale e il possibile via libera del Riesame al decreto che consentirebbe l’utilizzo dell’impianto, resta incerta la sorte del depuratore e dei suoi 37 dipendenti
Il depuratore Ias di Priolo Gargallo
Sono due gli atti giudiziari che pendono in questo momento sulla vicenda Ias. Il primo è una determinazione della procura, a tre anni e mezzo dall’ordinanza di sequestro con l’accusa di disastro ambientale («gestione abusiva del depuratore e immissione illegale in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive e di oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare, tra il 2016 e il 2020»), dopo la chiusura dell’incidente probatorio: potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio, oppure – come auspicano le difese a valle della perizia che, a loro parere, escluderebbe il disastro ambientale – una richiesta di archiviazione (in subordine, una derubricazione dell’ipotesi accusatoria). L’altro è un pronunciamento del tribunale del Riesame sull’impugnazione, dei ministeri competenti e delle industrie, della disapplicazione del decreto "bilanciamento": in caso di accoglimento tornerebbe viva l’autorizzazione ministeriale all’esercizio del depuratore, in deroga al sequestro. Tecnicamente, va detto, non sarebbe un dissequestro, ma solo un via libera all’utilizzo dell’impianto, sottoposto alle prescrizioni dettate dallo stesso decreto.
In questo scenario ci sono reazioni alla chiusura dell’incidente probatorio, da parte sindacale: riguardano l’aspetto del lavoro e della funzione futura dell’impianto. Andrea Bottaro, segretario generale Uiltec Sicilia, auspica che «un pronunciamento arrivi al più presto – dice -, consentendo finalmente di tornare alla normalità. Solo con il ripristino di una gestione ordinaria sarà infatti possibile affrontare con maggiore serenità il ragionamento sul futuro di Ias e dei suoi 37 lavoratori, che va ricordato vivono nell’incertezza del futuro e nel bel mezzo di una tempesta in cui le voci si rincorrono e destabilizzano».
Va detto pure che il ritorno a una eventuale gestione ordinaria, senza alcun intervento strutturale, porrebbe la questione di un suo funzionamento a norma. E su questo è interrogata la Regione – titolare dell’impianto – che invece tace. «La definizione del quadro gestionale – prosegue Bottaro - è indispensabile per avviare una riflessione chiara e concreta sul futuro dell’intera area industriale, strettamente legata alla gestione dei reflui industriali. Gli effetti che tali decisioni avranno sulle aziende del polo petrolchimico sono fondamentali, così come lo sono per la tenuta ambientale del territorio, che ha urgente necessità di sapere con certezza dove andranno a confluire e come verranno trattati i reflui depurati». Bottaro si augura che «le novità emerse possano contribuire ad alzare il livello di attenzione sulla vicenda Ias, su cui continuiamo purtroppo a registrare un silenzio assordante da parte dei rappresentanti del territorio, in particolare – conclude - quelli regionali».