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Fuori bilancio e urgenti: ecco l’identikit dei 320 debiti che il Comune di Catania deve pagare

Spesso si tratta di cifre dovute dall’Ufficio traffico urbano, come quella che arriva da Bolzano da 145mila euro: un "ricordo" di 10 anni fa

Maria Elena Quaiotti

05 Dicembre 2025, 07:00

Fuori bilancio e urgenti: ecco l’identikit dei 320 debiti che il Comune di Catania deve pagare

Fuori bilancio e urgenti: sono i debiti del Comune che stanno arrivando di continuo all'esame delle commissioni consiliari di competenza per venire poi approvati in aula e procedere con i pagamenti. Tra quelli rinviati, e perfino dimenticati, una gran parte sembra essere a carico della direzione Ufficio traffico urbano (Utu), almeno stando «alle circa 320 posizioni che abbiamo da definire», così ha detto ieri Diego Peruga, comandante della polizia locale, in commissione Viabilità, presieduta da Giovanni Curia (Trantino sindaco).

Se per alcuni debiti fuori bilancio come quello esaminato e approvato ieri dalla commissione, tra l'altro dalla cifra decisamente sostanziosa (144.941,94 euro, come da decreto ingiuntivo del 2014 del Tribunale civile di Bolzano), ci si riferisce a debiti non rientrati nella massa passiva del dissesto comunale, tanti altri (ma quanti?) si riferiscono a ricorsi persi di recente dal Comune magari per danni o incidenti stradali dovuti alle buche sulle strade, per transiti nelle zone a traffico limitato o ancora per disabili che passano nelle aree pedonali. E, considerato che ricorsi di questo tipo davanti al Giudice di pace vengono di continuo persi dal municipio, perché non proporre piuttosto correttivi all'azione amministrativa per evitare che si prosegua con questo andazzo?

Tornando al debito di oltre 144mila euro, la ricostruzione della vicenda è stata la seguente: «Nel 2013 – ha riportato Peruga – la polizia locale aveva ricevuto una fornitura di Dpi (dispositivi di protezione individuale), la cifra iniziale dovuta era di circa 74mila euro. La direzione all'epoca, come si è ricostruito dagli atti, effettuò la liquidazione che però non andò a buon fine perché nel frattempo il Comune si era ritrovato senza fondi e in stato di predissesto. La società che aveva fornito i dpi già allora si era attivata per ottenere e rendere esecutivo il proprio credito (come da decreto ingiuntivo del 2014, ndc)».

Fatto sta che, a dissesto già dichiarato (dicembre 2018) e con l'insediamento dell'Organismo straordinario di liquidazione (Osl) «la direzione non era a conoscenza del credito non pagato, lo aveva appreso solo dopo, dunque non solo non fu segnalato d'ufficio all'Osl, ma neanche la ditta a cui il credito era dovuto si era insinuata nella massa passiva dell'ente. Una scelta non unica nel suo genere, va detto, poiché anche altri creditori avevano scelto questa strada per avere diritto al pagamento pieno della somma dovuta, comprensiva di interessi e rivalutazione. L'azienda aveva poi ottenuto un giudizio di ottemperanza al decreto ingiuntivo, il Comune aveva presentato una soluzione transattiva ma la società non si era dimostrata interessata e, al fine di evitare ulteriori spese all'ente comunale, ci eravamo dimostrati disponibili al pagamento. Il Tar di Bolzano, a seguito di ulteriori verifiche, ha concesso un rinvio ulteriore al giudizio di ottemperanza con udienza fissata a marzo 2026. Il procedimento prevede il riconoscimento del debito con il voto in Consiglio comunale, l'impegno di spesa dell'amministrazione comunale e la successiva liquidazione, prima dell'udienza fissata».